416 pagine, 33 serie tv, 40 illustrazioni. Ogni capitolo de Il mio primo dizionario delle serie tv cult (BeccoGiallo, 19 euro) è una scheda completa, con protagonisti, curiosità, trame e dettagli. Si va in ordine alfabetico: da 24 a X-Files. Ci sono Boris e Breaking Bad, Daredevil, Mr. Robot e Gomorra. Poi ci sono Friends e, ovviamente, Lost. Matteo Marino e Claudio Gotti, i due autori, non hanno tralasciato niente.
Nel prologo – intitolato “pilot”, cioè pilota – spiegano perché hanno scelto di parlare proprio di queste serie e non di altre. «Abbiamo deciso di eleggere la messa in onda di Twin Peaks a spartiacque ideale nella produzione delle fiction televisive: per noi, e per molti, c’è stato un prima e un dopo Twin Peaks». Quindi c’è un arco temporale preciso e cioè gli ultimi 25 anni.
Le illustrazioni, che portano la firma di Daniel Cuello, sono dei piccoli gioielli in bianco e nero: stilizzati, le facce allungate e i tratti morbidi. La copertina, sempre di Cuello, è la sintesi perfetta della dilagante cultura telefila: un divano, i protagonisti delle serie tv più amate dal grande pubblico (e dagli appassionati) e una televisione accesa.
Perché sia importante questo dizionario è presto detto: celebra, senza mezze misure, la rinascita del piccolo schermo; dà informazioni precise, utili, dimostrando che anche la tv ha bisogno di una catalogazione professionale e comunque appassionata.
Una volta erano i film, oggi sono le serie tv. Questa è la verità. Le citiamo, le amiamo; finiamo per chiuderci in casa nel weekend, lontano da amici e parenti, solo per poterle guardarle. Un dizionario è una guida perfetta non solo per scoprire tutto quello che abbiamo sempre voluto sapere sulle serie tv; ma pure per tenere un punto, un conto, di quello che – semplicemente – va visto.
La BeccoGiallo ci ha fatto il regalo perfetto: un libro – perché è un libro – che non deve mancare sui nostri scaffali.