Se il mondo di One Punch Man è popolato da mostri giganti, quello di Mob Psycho 100 è invece infestato da spiriti maligni. Il confronto è inevitabile, visto che parliamo di due opere dello stesso autore: la persona che si nasconde sotto lo pseudonimo di ONE, noto in tutto il mondo per il manga – e l’anime – di One Punch Man, la storia dell’uomo qualunque diventato l’essere più potente dell’universo.
Difficile non pensare a quel successo, mentre si legge il resto dell’opera del giapponese, che qui racconta le peripezie di un ragazzo delle scuole medie, Mob, dai grandi poteri mentali. A causa della sua insicurezza, Mob si ritrova a lavorare per un piccolo truffatore, uno “spiritista” che in realtà sembra essere un esperto di massaggi orientali. La frustrazione e la passione di Mob, però, gli ribollono dentro, mentre conosce ragazze dei suoi sogni e vive la vita di un ragazzo delle medie; e alle volte esplode, liberando un’energia invincibile.
È a questo che si riferisce il numero del titolo, al livello d’ira raggiunto dal ragazzo: quando arriva a cento, tutto cambia. Sin dal suo primo numero, Mob Psycho 100 presenta alcuni dei tratti preferiti da ONE, tra tutti il disimpegno con cui il protagonista sbaraglia il resto dei personaggi, ma non regge il confronto con l’opera che l’ha preceduto. Se One Punch Man si basava su un assunto semplicissimo, su cui veniva costruita una struttura più complicata, la gerarchia della Hero Association per esempio, qui l’assunto è meno chiaro, e meno potente.
Il vero motore narrativo è la crescita dei suoi protagonisti, sia quelli che vanno alle media, sia quelli che hanno altre priorità, come diventare Dio. La furia di Mob è data dai suoi problemi nell’interazione sociale e dalla difficoltà di trovare un posto nel mondo. Solo crescendo, e imparando a fidarsi degli altri, potrà finalmente trovare pace: nel frattempo, però, può spostare oggetti con la mente e affrontare spiriti maligni. Non male: vale la pena attendere almeno il secondo numero.