Di Chiara Papaccio
Per parafrasare Gertrude Stein, “una lista è una lista è una lista”, e non ci sarà mai la maniera di trovare la quadratura del cerchio e accontentare tutti, non quando c’è da scegliere dieci esibizioni che rappresentano l’anima e le contraddizioni del Concerto del Primo maggio: dove sono i Modena (City Ramblers, ovvio)? Perché non c’è Caparezza? E gli Elii censurati? Potremmo andare avanti per ore – del resto il materiale cui attingere, con una manifestazione che dura fin dal 1990, c’è eccome. In rigoroso ordine cronologico, però, abbiamo pensato di fare i cerchiobottisti con le immagini di dieci “Primi maggi” molto diversi tra loro e per motivi diversi passati alla storia. Volete suggerire altre esibizioni? I nostri canali di comunicazione sono tutti aperti: fatevi sentire, prima che il boato di San Giovanni copra ogni altro rumore!
I Litfiba nel 1991
Peccato solo non sia intera, questa seconda esibizione in assoluto dei Litfiba al Primo Maggio: per l’ingresso in scena “ecclesiastico” di Piero Pelù, con tanto di stola vescovile. E il suo “Cazzi vobis… Omissis” è entrato nel linguaggio comune.
Robert Plant nel 1993
Il Concertone che per motivi di budget da un po’ di tempo batte la fiacca a livello di ospiti internazionale in realtà partì col botto già dalla sua prima edizione, ospitando Bob Geldof o la rimpianta Miriam Makeba nel 1990, ma era ancora “giovanissimo” quando piazzo un colpaccio aggiudicandosi il minilive di Robert Plant (poi tornato nel 2002).
I Radiohead nel 1995
Ancora “quasi esordienti” (The Bends sarebbe uscito solo un mese abbondante dopo) e già in grado di dominare una delle piazze più importanti d’Italia. Il minilive di quasi vent’anni fa offre anche una riflessione sulla capacità del Primo Maggio come “scopritore di talenti.
Gli Afterhours nel 1998
L’anno dell’acquazzone che fece epoca, e della reunion (sfumata da esigenze di diretta TV) della PFM con Mauro Pagani fu anche quello del “debutto tardivo” degli Afterhours, incastrati fra il successo di Hai paura del buio? e Non è per sempre. Il nuovo che avanza (lentamente).
Lou Reed nel 2000
Il primo anno senza Lou non poteva non farci ricordare l’ultima delle sue apparizioni al Concertone: qui sopra si parte dalla fine, con una trascinante Vicious, ma YouTube conserva tutta l’esibizione di quell’anno.
Erykah Badu nel 2001
Va detto: Piazza San Giovanni non ha mai avuto un particolare occhio di riguardo per le interpreti femminili, con piccole (e sostanziose) eccezioni a sgomitare per trovare un posto sul palco non necessariamente all’insegna del rock muscolare. Nel 2001, all’improvviso, un guizzo: il soul spiritato di Erykah Badu ipnotizza il mezzo milione di Roma grazie a coretti proprio a base di “Badu-badu” – lei non è nemmeno in scena per i primi sei minuti di questa stranissima esibizione della quale ancora si parla… per lo più, con ammirazione.
Gli Oasis nel 2002
A proposito di rock muscolare: il non plus ultra del genere, sfacciati e adrenalinici. Uno dei vertici della storia della manifestazione.
Vasco Rossi nel 2009
Evocato, desiderato, alla fine materializzatosi: dieci anni esatti dopo la sua prima volta, Vasco Rossi infiamma Roma in meno di quindici minuti di apparizione.
Ennio Morricone nel 2011
Quest’anno anche la presenza dell’orchestra è venuta meno a causa dei tagli al budget, ma per il pubblico presente a Roma nel 2011 fu un’emozione grandissima veder comparire sul palco il maestro Morricone per dirigere una delle sue composizioni più celebri.
Il Management del Dolore Post-Operatorio nel 2013
Tornando a parlare di nuovo che avanza: le polemiche antiche sfumano e sbiadiscono come è logico che sia, e può darsi che di qui a dieci anni avremo dimenticato lo “smutandamento” di Luca Romagnoli, ma è indubbio che nelle ultime edizioni si sia parlato di più per eventi poco sonori – come questo, come il retrofront sulla partecipazione di Fabri Fibra o come le proteste per il taglio dell’esibizione degli Afterhours nel 2012. Dopotutto il Concertone è anche questo.