Di per sé un nuovo album di J Mascis non è una notizia: il sociopatico più amato dell’indie rock mondiale ci ha abituato a una puntualità da bifidus actiregularis e ai dischi coi Dinosaur Jr. alterna quasi religiosamente sortite soliste e progetti più o meno paralleli.
È naturale però che, dopo il quasi sorprendente successo di Several Shades of Why, ci sia quasi più attenzione per il Mascis intimo e solitario che per quello abituato a farci fare headbanging a colpi di assoli di chitarra. Che poi, non preoccupatevi, non è che non ne abusi anche qui, anzi: quello è il marchio di fabbrica e non ci rinuncia neanche quando stacca il jack.
Tied to a Star sembra, al solito, un varco verso una dimensione parallela, dove tutto cambia per restare uguale: le canzoni di J Mascis sono sempre le canzoni di J Mascis e poco importa che siano elettriche o acustiche, il sapore rimane invariato e ogni volta è come tornare a casa.
Non aspettatevi quindi nient’altro che il solito: una scrittura eccezionale, ma sempre fragile, con Neil Young a fare da nume tutelare e qualche fuga verso lande all’apparenza lontanissime (c’è un che di Bon Iver che caratterizza un buon numero di brani). Non cambierà di una virgola il corso degli eventi, ma non pensate sia solo materiale per nostalgici. Non lo è.