A giugno Salmo è uscito con il monumentale S.A.L.M.O. Documentary, il compendio definitivo delle sue scorribande, suonato live con strumenti veri rincorrendo un po’ le origini della sua foga, un passato da mattatore con band alle spalle e suoni spessi e bellicosi. Poi un tour, stessa direzione, e una manciata di date estive, tra cui quella di Oristano, a Mondo Ichnusa, a un’ora da casa sua. In Sardegna, davanti a 50 mila persone.
Ora, nel giorno del sesto Hip Hop B-Day Party, al Forum di Assago (a cui partecipa con tutti gli altri), esce con il mixtape della sua crew, il terzo della saga: Machete Mixtape Vol. III è un fiume in piena, un continuum di intuizioni, esplorazioni, affermazioni. Con la solita ondata di guest e un sorprendente lavoro di scouting tra i beatmaker di casa nostra. Un buon motivo per tornare in tour, tutti insieme, con le prime sei date a cavallo tra novembre e dicembre. Ne abbiamo parlato de visu con i protagonisti, i macheteros En?gma, El Ratón, Nitro, Jack The Smoker, Nitro, Dj Slait, e al telefono con Salmo. Ecco cosa ci hanno detto.
Quando ero ragazzino e scrivevo, cercavo delle parole difficili perché volevo apparire intelligente
I primi due volumi del Machete Mixtape erano usciti in free download, questo viene pubblicato in via ufficiale con distribuzione Sony Music. È un’evoluzione del mixtape – e più in generale della musica pubblicata oggi – o è un allontanamento dallo spirito originario?
Salmo: Machete Mixtape Vol. III è nato in realtà come un mixtape classico, di quelli che si sono visti tante volte in questi anni, con le basi americane e tutto il resto. Ho voluto provare a farlo evolvere un po’. Personalmente, poi, non potevo più cantare su basi di altri, già edite. Questo perché oggi grazie a Dio l’attenzione su di noi è bella alta e se mi espongo in questa direzione, poi, arrivano anche i problemi. Ma già dall’ultimo mixtape avevamo iniziato a utilizzare delle basi inedite, anche se alla fine il mood e la scrittura sono molto da mixtape, con quell’elemento tipico di improvvisazione: una scrittura quasi da chiacchierata in un bar.
Alla fine – anche se forse è un po’ brutto da dire – molte volte sono le cose che costano ad avere un valore. E spesso quando sono gratis non valgono un cazzo.
Salmo, di scrittura parli in anche alcuni punti di Non sopporto, uno dei singoli del nuovo mixtape. E dici: «Sei un genio, sei un pazzo, un vero poeta / Anche se a dirtela tutta, non c’ho capito un cazzo»…
Quando ero ragazzino e scrivevo, cercavo delle parole difficili perché volevo apparire intelligente. Pensavo che infilando qualche parolina ricercata, presa magari da qualche libro o da un dizionario, la gente avrebbe notato le mie cose. Ma alla fine mi sono accorto che tutto ciò è solo un effetto ma non è questa la direzione giusta.
I tuoi testi però non sono sempre immediati o facili. Ci sono un sacco di riferimenti, al cinema, al tuo mondo, al mondo hip hop.
Devi essere diretto. Nei testi, in ogni caso, devi riuscire ad arrivare a chiunque. Se fai delle citazioni è un conto, se fai lo studente che nelle sue canzoni si sforza di parlare di Dante e usa cliché è un altro. Mi piace scrivere, non dico in maniera semplice, ma diretta sì.
Anche il video di Non sopporto è indicativo della vostra realtà, la Machete Crew, attenta anche a questo tipo di produzioni. La Machete Art & Films è una delle ramificazioni della vostra etichetta, la Machete Empire Records.
Salmo: È il prequel del video di Rob Zombie, fa parte del gioco. Quando ho iniziato a impostare questi tipi di progetti, diciamo, abbastanza cinematografici, l’ho fatto anche perché il cinema in sé in Italia è un po’ scomparso. Quindi ho provato a offrire delle cose dal sapore cinematografico oltre alla musica… Così capita di fare dei video molto street, semplici, e altri – come questo – più complessi.
Se esplosione c’è stata, ha riguardato i beatmaker, che sono spuntati ovunque
Avete mai pensato alla possibilità di provare a esportare la Machete all’estero? Avete queste ambizioni?
Nitro: A me piacerebbe prima o poi fare qualcosa in inglese, per quanto difficile per un rapper italiano. In altri Paesi è normale, varrebbe la pena provarci.
El Ratón: Dal punto di vista del mercato è un po’ difficile. Trattare, da booking italiano, un artista straniero è complicato. Ma ci piacerebbe trasferire Machete all’estero, esportando la nostra esperienza.
Nel mixtape si passa da cose più minimali e altre suonate a roba elettronica pesantissima e cupa. Suonare dal vivo con strumentazione basso, chitarra, batteria sta influenzando anche il tuo modo di scrivere, Salmo?
Salmo: Ora che ho ripreso a fare dei live ‘suonati’, vedo che un po’ tutti i pezzi che mi stanno uscendo sono più o meno pensati per essere riproposti dal vivo con gli strumenti. Un processo che sento naturale. Su questo mixtape ci ho messo parecchio le mani: già dall’inizio avevo un’idea che come volevo che suonasse. Con Slait abbiamo ricercato molto i beat giusti e gli abbiamo dato un contenuto. Siamo andati a caccia di produttori, volevo prendere ragazzi nuovi. Negli ultimi due anni pensavo di assistere alla nascita di molti giovani rapper. Ma così non è stato. Se esplosione c’è stata, ha riguardato i beatmaker, che sono spuntati ovunque.
Dj Slait: Tra questi c’è Yazee, produttore di Milano, che mi ha colpito molto a livello di suoni. Ma sono tutti ragazzi fortissimi. Stereoliez fa roba più sull’elettronica, Low Kidd è un fenomeno. Con Belzebass collaboriamo da tempo, Mace ha tirato fuori un gran pezzo. Poi ci sono Prestige e Danny The Cool, uno dei produttori di casa Machete…
Nitro: Ci piace guardare ciò che succede intorno a noi, ricercare il ragazzino, l’underdog che però è bravissimo. A volte basta poco, un beat azzeccato, anche minimal, per fare una hit.
Quando il personaggio supera la musica, la gente finisce col vedere solo quello
Ci sono molti ospiti, tra cui Fabri Fibra…
Salmo: La costruzione del disco è stato un processo piuttosto spontaneo. Tutti gli artisti sono passati da noi, qualcuno è venuto per conoscermi, tipo Fibra. Io da ragazzino andavo fuori per lui. Volevo conoscerlo. Ho visto che è una persona che sta molto per i fatti suoi, ma ci sta. Anch’io alla fine sono un po’ così.
Salmo, una volta hai detto di non voler essere troppo esposto né troppo nascosto. È una dimensione che secondo te va bene anche per la Machete?
Voglio avere un po’ di spazio per riuscire a muovermi. Se stai a metà, sei in una buona posizione. Se stai troppo sotto non ti conosce nessuno e non riesci a lavorare né a tirare fuori della buona musica. Se sei troppo esposto, non hai un margine. Se sei al limite, puoi solo scendere. In questo anno mi hanno proposto di fare davvero di tutto. Andare in tv e altro. Volevano provare a spingermi come personaggio. Ma il punto è proprio questo: quando il personaggio supera la musica, la gente finisce col vedere solo quello. Sei sovraesposto a un certo punto le persone non capiscono più un cazzo, vogliono vedere il reality, sapere che cazzo fai dalla mattina alla sera. Con i social network siamo già tutti esposti, abbiamo già una piccola fetta di fama. Perché volerne ancora di più?