Johnny Marr è uno dei grandi gregari del rock. Il suo nuovo progetto solista, pieno di scariche di chitarra e riff pungenti, ci ricorda quante band hanno costruito le loro carriere fregandogli i segreti del suo sound.
È questo che Marr ha da offrire: dei flashback. Degli Smiths. Delle sue linee serrate su Dashboard dei Modest Mouse (nel 2007), che qui ricompaiono su Easy Money. M
a alla 14esima ripetizione di “money money” ti ricordi che parte della grandezza delle sue band precedenti stava nel sovvertire i cliché della scrittura. Una cosa che questa volta non capita.
Marr canta bene quanto basta (ascoltate The Trap). Ma la sua voce più convincente resta la chitarra.