Un po’ Charles Aznavour, un po’ Elvis Presley. Morrissey non è in forma. È in formissima. Alla faccia di chi lo vuole morente, in lotta contro un cancro che non ha esattamente detto di avere, canta, ride, scherza e spara pose da manuale dell’intrattenitore.
Il tour italiano è stato un trionfo e, se la data di Milano è stata sicuramente penalizzata da una struttura fatiscente (il Linear4Ciak, peraltro di fianco a un circo), l’altra bella tensostruttura che lo ha ospitato ieri sera a Padova (il Teatro Geox, tra l’altro, di fianco a un ex macello) ha caricato come una molla Morrissey.
La scaletta di questi concerti delude ovviamente i fan degli Smiths (a Bologna ha regalato The Queen is Dead, How Soon Is Now? e Asleep, a Padova ha suonato solo Hand in Glove a inizio concerto e l’immancabile e straziante Meat is Murder), ma è palese che a Morrissey di fare le canzoni del suo ex gruppo importa poco o niente.
Sono 25 anni di carriera solista contro un quinto in compagnia di altre tre persone che non stima quanto i musicisti che lo accompagnano ora, dall’ormai veterano Boz Boorer al polistrumentista Gustavo Manzur, superstar sotto i riflettori sull’assolo di chitarra gitana di Staircase at the University, capolavoro saltellante dell’ultimo album World Peace Is None of Your Business.
Oltre a Morrissey sul palco, lo spettacolo lo fanno i fedelissimi sotto al palco, che lo seguono per tutto il tour, tappa dopo tappa come una via crucis. Alcuni di loro sono Moz impersonator; proprio come gli Elvis impersonator, scelgono la loro epoca di riferimento e si agghindano di conseguenza.
Arrivano da tutto il mondo: lo scozzese con il ciuffone da teddy boy e tanto di apparecchio acustico che sembra uscito dal video di There Is a Light That Never Goes Out, l’inglese con la camicia di lamé blu – epopea glam Your Arsenal – e i parigini superelegantoni come Morrissey da You Are the Quarry a, più o meno, oggi.
Chissà, infatti, se per i prossimi tour qualcuno si presenterà in tuta bianca, come il Morrissey della prima data di questo tour o quella di Milano. Tuta bianca con i cinque cerchi olimpici sulla coscia, ché lui – nella disciplina dell’entertainment – è pluridecorato campione olimpionico. Vedi le medaglie che aveva al collo ieri sera.