Siamo abituati a vederla in abiti vintage, con quel suo stile anni ’50 fatto di gonne a ruota e punto vita in evidenza. E invece Nina Zilli ci sorprende con un nuovo look tutto rock: l’abbiamo incontrata a Milano all’inaugurazione del primo store G-Star RAW, brand olandese specializzato in denim.
È insolito vederti in look total black, con i jeans aderenti e borsa con le borchie…
Ma si, in realtà non ho solo uno stile retrò: ho scoperto la moda grazie alla musica. Le sub culture giovanili erano fortemente connotate dal punto di vista del look e della musica: i punk avevano la cresta, Bob Marley e il mondo del reggae aveva i dreadlocks, insomma si giocava tanto con lo stile perché era un po’ lo status quo. Io mi diverto ad essere tante cose: chiaramente quando vado sul palco di Sanremo pensando al “Festivàl”, quando l’accento era sulla a, non posso non mettermi un super vestito con tacchi e tutto il resto. Anche nei miei concerti ho tanti cambi d’abito. Mi diverto, e poi rimane fondamentalmente un gioco.
E i social network sono un gioco o uno strumento di lavoro? Vediamo che posti spesso sui tuoi social, sei una che “smanetta” abbastanza…
Si, ma lo faccio più per gli altri che per me. So che fa piacere alle persone che mi seguono e ai miei fan, così posso rispondere che abbiamo quasi finito a chi mi chiede del nuovo disco, e postare le foto fatte in studio mentre registriamo con gli archi e con i fiati.
A proposito del prossimo album, tu lo chiami “#disco3”: sarà il suo vero titolo?
No, lo chiamo così ma non è male come idea… Ormai mi sono abituata! Aspetto sempre la fine del disco per decidere qualsiasi cosa, a cominciare dalle canzoni.
Però sappiamo già che hai una canzone preferita.
Ovvio! Anche più di una, facciamo due o tre. Anche un titolo preferito, ma non ve lo posso rivelare… posso solo dirvi che è stilosissimo. Secondo me a Rolling Stone piacerà…
Tra i tuoi impegni non c’è solo la musica, ma anche la tv con “Italia’s Got Talent”.
Esatto, con una combriccola di allucinati! Per fortuna c’è Luciana (Littizzetto, n.d.r.), che mi sembra quella più “umana”. Scherzi a parte, Claudio Bisio è un tornado, proprio come si vede sul palco, Frank (Matano, n.d.r.) è un matterello e Luciana alla fine è la più equilibrata del gruppo. È un talent diverso dal solito, più leggero, una specie di varietà.
Non pensi che un “talent” sia un po’ una scorciatoia per il successo?
Assolutamente, ma in senso buono. Secondo me è un passaggio, e più giovane sei meglio è: la musica non è solo una gara, dove per vincere devi arrivare alla fine passando attraverso selezioni devastanti. La musica è anche dopo: io per esempio sono arrivata al successo alla vecchia maniera, attraverso la musica da saletta, dove devi dominare un palco senza scenografie. Il talent ti dà una botta di esposizione, poi sta al giovane diventare un artista oppure perdersi nel mondo di quelli che lo fanno tutti gli anni. È un po’ un’arma a doppio taglio, bisogna, secondo me, seguire sempre e comunque il proprio istinto.