Fabio Treves a questo punto potrebbe anche tirarsela: giovedì 27 ha compiuto 65 anni, lo stesso giorno di Jimi Hendrix (come ci tiene a sottolineare). Oggi è sold out il concerto conclusivo del tour del quarantennale di carriera. Il 7 dicembre si vedrà consegnare l’Ambrogino d’oro, una medaglia che probabilmente non avrebbe mai pensato di ricevere negli anni ’70, quando faceva parte dei “katanga” del Movimento Studentesco alla Statale di Milano.
Tra l’altro è anche l’unico musicista italiano ad aver suonato con Frank Zappa, e mica in una jam improvvisata, ma invitato dal genio di Baltimora ad accompagnarlo nel concerto milanese del 1988. Nel 1980 ha registrato un album live con Mike Bloomfield. Ha condiviso il camerino con Johnny Winter, James Cotton, Koko Taylor, Little Feat. Ha pubblicato 13 album in studio, 5 live e 3 raccolte. La sua armonica compare nei dischi di numerosi artisti italiani.
Fabio Treves accompagnato dal suo chitarrista Alex Gariazzo:
E invece Fabio non se la tira. La sua forza è sempre stata nel rapporto diretto col pubblico. Alla fine dei suoi concerti c’è la fila per foto, autografi e pacche sulle spalle. Fabio, oltre a sguardo vispo, simpatia esplosiva e battuta pronta, ha un’ottima memoria, e dei suoi fan più fedeli si ricorda volti e nomi. E a loro si interessa, chiede come stanno. Non è un atteggiamento da star, e questa familiarità con tutti forse non lo ha aiutato in alcuni ambienti, dove essere snob è un must.
È stato tra i primi ad issare il vessillo del blues in Italia. Nel 1974 ha fondato la prima band di blues nella storia della musica italiana e da allora è sulle barricate a soffiare nell’armonica che The Blues Had A Baby And They Named It Rock And Roll, come cantava Muddy Waters. Ma se il blues è il padre del rock nel mondo, Fabio Treves è di certo il padre del blues in Italia.
Treves in studio con Elio e le Storie Tese:
Treves è bravissimo, pur essendo autodidatta e non avendo mai studiato musica – l’orecchio di Zappa se ne era accorto! Chi scrive lo ha affiancato a lungo nella trasmissione di blues che tuttora conduce su LifeGate Radio. A volte, durante le pause in studio di registrazione, tirava fuori l’armonica e improvvisava sui brani in onda in radio in quel momento. Erano sempre esecuzioni perfette, pronte per essere messe su disco.
Oltre alla passione per la musica c’è quella per la fotografia, che ha insegnato a scuola per molti anni. Ha avuto un periodo come insegnante di sostegno ai ragazzi disabili e ha tenuto corsi di formazione professionale per i detenuti del carcere di San Vittore.
Ma su tutto c’è la Treves Blues Band: «È una valvola di sicurezza», come afferma lo stesso Fabio, e al contempo una famiglia, e non solo perché ne faccia parte anche l’inseparabile Susanna, moglie e manager. È significativo un episodio, accaduto qualche anno fa: c’era da andare a suonare in un ospizio, e a farlo dovevano essere solamente Fabio e Alex Gariazzo, il chitarrista della band. Racconta Fabio: «Appena l’ha saputo Massimo Serra, il batterista, mi ha guardato con gli occhi tristi dicendomi: “e io non vengo?”. E questo per un’iniziativa totalmente gratuita, senza nessun rimborso spese».
Un grande cuore, insomma, quello della Treves Blues Band, proprio come quello che batte nel Blues. Se volete sentirlo anche voi non vi resta che tenere d’occhio il calendario dei live della band; all’Auditorium di Milano ormai è tutto esaurito. Prossime date Albenga (6 dicembre) e Cagliari (17 dicembre).