La storia inizia sei anni fa ad Athens, cittadina di appena ventunomila abitanti in Alabama. Brittany Howard (chitarra e voce) e Zac Cockrell (basso elettrico) s’incontrano nella scuola locale e dopo aver conosciuto Steve Johnson, commesso nell’unico negozio di musica della città, formano gli “Shakes”. Fast forward di due anni e boom! L’impatto dei loro show dal vivo, guidati dalla presenza magnetica e dalla voce potente della Howard, li porta dal passaparola online, all’attenzione della stampa internazionale nel giro di una notte.
Di lì a poco Brittany avrebbe smesso di svegliarsi all’alba per consegnare la posta ma l’atteggiamento da rockstar non l’avrebbe comunque mai digerito. Anzi, è difficile pensare a una band meno glamour degli Alabama Shakes, nonostante il successo del debutto Boys & Girls (2012), le tre nomination ai Grammy e varie apparizioni ai maggiori festival e programmi televisivi. “Genius music” commenta su Twitter Justin Timberlake dopo la recente performance degli Alabama Shakes al Saturday Night Live. «Non siamo a nostro agio in tv, ma son cose che vanno fatte» ammette Johnson, il meno schivo del gruppo.
Il nuovo album s’intitola Sound & Color: è uscito lo scorso 21 aprile (potete ascoltarlo qui sopra), ma loro sono già in tour da febbraio con le nuove canzoni, quando “Rolling Stone” li ha visti in concerto a Londra.
È intimorente esibirsi davanti a un pubblico che non conosce ancora i nuovi brani?
È una boccata d’aria fresca: essendo materiale poco familiare anche a noi stessi, ci permette di creare una bella energia. Il nuovo album ci piace da matti e crediamo che il pubblico se ne renda conto.
Che poi, Sound & Color, si potrebbe definire come il classico difficile secondo album…
Per noi non è stato così difficile, ci siamo presi tutto il tempo per realizzarlo. A differenza di Boys & Girls, in cui maggior parte del materiale nasceva da visioni già chiare prima di entrare in studio, stavolta siamo partiti da demo realizzate da Brittany e l’abbiamo lentamente costruite insieme.
Brittany ha un gran carisma: è dittatrice in studio?
Al contrario, è molto democratica, chiede a ciascuno di portare le proprie idee e interpretazioni di una canzone. E vuole lo stesso dal nostro pubblico: non le piace spiegare i significati dei testi, così ognuno può trovarci il messaggio che preferisce.
Quando avete cominciato, vi è mia capitato di pensare: qui abbiamo qualcosa di grosso fra le mani?
Forse inconsciamente abbiamo anche osato pensarlo, poi magari confessi i tuoi pensieri a un amico che ti riporta con i piedi per terra e ti ricorda che le possibilità sono praticamente nulle. Dunque il nostro obiettivo era, ed è ancora, quello di creare qualcosa di cui essere davvero fieri.
Gli Alabama Shakes con “Gimme All Your Love” live al Saturday Night Live
Molti vi considerano il gruppo che ha reso di nuovo attuale il Southern rock e Soul…
Sì e per noi è una scocciatura sentirci rinchiudere in una sola categoria. Per questo in Sound & Color abbiamo sperimentato nuovi suoni che probabilmente molti non si sarebbero aspettati da noi. Volevamo dimostrare di essere molto più versatili di una band revival Southern soul o r&b. Onestamente, per quanto il paragone possa essere lusinghiero, non ne possiamo più di essere soprannominati i nuovi Janis Joplin e The Big Brother & The Holding Company.
Eppure quello con Janis Joplin sembra un paragone da cui la voce di Brittany non riesce a sfuggire, almeno con la stampa…
Noi però non lo capiamo eccetto che entrambe sono voci femminili e molto potenti. Ma Brittany ha uno stile che è solamente suo.
Come descriveresti la vostra città a chi non l’ha mai vista?
Ottimi barbecue e gente molto amichevole.
Avete un rito prima di salire sul palco?
Ci diamo sempre un fist bump! (il saluto rock con il pugno chiuso, ndr)
Brittany in che modo scalda la voce?
Beve té alla radice di ginger e qualche volta si lancia in veri e propri ululati. Ma capita più spesso di sentire i backing vocalist scaldarsi la voce che lei.
Leggendo i commenti dei vostri fan, dai più celebri agli sconosciuti, la parola “reale” è quella più volte menzionata riguardo la vostra musica…
Forse avvertono una connessione con noi perché non siamo mai stati altro che noi stessi: saliamo sul palco perché ci piace suonare le nostre canzoni e non per vendere qualcosa o predicare al pubblico ciò in cui crediamo. Ci sono gruppi i cui spettacoli sembrano dichiarazioni di moda o di design. Forse perché come musicisti fanno schifo?!