Noyz Narcos e Fritz Da Cat pubblicano un album insieme il 1 giugno, Localz Only. Due pionieri del genere hip hop, il rapper romano e il produttore milanese, hanno unito le forze per un lavoro potente e omogeneo, con basi a volte rock, prog, country, e persino desert-rock. «Desert è proprio il termine che avevamo in mente: questo è proprio un album desertico! Per suoni, per l’ispirazione del video della title track, per tutto!», commentano loro all’unisono, anche se ci tengono a precisare di avere storie diverse e gusti diversi e che dare la stessa risposta su tutto non sarà certo facile. Concordano anche su un altro dato: «Localz Only all’inizio è balzato al primo in classifica solo con il pre-order, con un singolo che non ha nemmeno il ritornello, ti rendi conto? Eravamo davanti a Ramazzotti!».
Che cosa significa questo, che il rap va ancora e non stiamo assistendo al suo tramonto come ipotizzano alcuni?
Fritz: «No, ma vah, ma chi dice una cosa del genere? Ci sono solo dischi in rap in classifica. Forse lo dice qualche vecchio addetto ai lavori che seguiva qualche vecchia logica di mercato e quindi questa più che una constatazione mi pare un auspicio: sperano che il rap non vada più, in favore di altri generi. Secondo me, continua a crescere e basta l’hip hop anche in Italia. Ora riescono a vivere di rap anche realtà piccole. Certo, ci sono tante porcherie e cose annacquate ma è così in tutto il mondo, dove convivono con prodotti più pensati oltre ad altri invece piacevoli ma meno profondi: è giusto che ci sia di tutto».
Noyz:«Io mi chiedo se magari non sia arrivato il momento che la nostra musica sia ascoltata da tutti. Non siamo più gli unici nelle nostre rispettive classi delle superiori ad ascoltare rap, comunque è un genere ancora in crescita. Certo, magari qualcuno della nostra età si sarà stancato di andare ai concerti nostri e di altri rapper perché il pubblico è davvero giovanissimo: lo capisco, anche io mi sentirei un po’ cretino a essere circondato da bambini, alla mia età».
Però questo titolo Localz Only sembra un avvertimento un po’ respingente…
Noyz: «In effetti è l’avviso che vedi sulle spiagge o nei locali dove non possono entrare tutti ma solo i locali. Significa che non è musica per tutti i palati ma solo per quelli che apprezzano. Sulla Z finale abbiamo discusso molto…»
Avete messo quella z finale come usano fare i milanesi? Come per Fedez?
Fritz: «Ah, come quando scrivono ciauz? No, niente di tutto ciò. Come Fedez… vabbe’ poi come Fritz e Noyz».
Claudio Cecchetto e compagnia bella non hanno prodotto niente di culturalmente interessante.
Quando avete deciso di fare proprio un album intero insieme?
Noyz: «Io cercavo un beat-maker fidato che potesse darmi un suono curato e coerente e così mi sono rivolto a Fritz che seguivo e apprezzavo da anni».
E dove si siete trovati: a Roma o Milano o vi mandavate il materiale via mail?
Noyz: «Ma io vivo a Milano ora! Sono stato ospite per qualche mese da Fritz e poi ho preso casa anch’io».
Fritz: «Preferivamo comunque vederci e discutere di persona, per capire meglio la linea da prendere».
Che tipo di città hai lasciato, Noyz?
N: «Roma è molto stagnante in questo momento, o comunque a me non aveva più molto da offrire e sentivo la necessità di cambiare. Avevo molti contatti a Milano, e ora è la città migliore in Italia per chi voglia fare questo lavoro».
Tempo fa, sentendo parlare il Piotta di centri sociali romani mi è sembrato che a Roma fossero ancora molto attivi, tu li frequenti ancora?
N: «Sì, è vero, spesso ci vado e ci suono ancora. A volte anche perché non c’è una vera grande alternativa. Quando arrivi a un certo livello e vorresti portare il tuo show in un palazzetto, ti rendi conto che il centro sociale, per quanto io ne sia affezionato, non ha per esempio l’impianto audio adatto. Non si capisce mai bene come spendano i soldi dell’ingresso che chiedono, ecco».
Mentre di Milano parlano tutti come della città che torna a splendere, anche il Financial Times ha detto che stiamo vivendo un “nuovo rinascimento”.
Fritz: «Sì, è vero. Oggi va di moda scrivere sui social come Facebook, magari postando una foto della Darsena appena ristrutturata: “Questo per chi continua a dire che Milano fa schifo”. Questo è il trend del momento. Io non ho mai parlato male della mia città più di tanto, in Italia è quella che offre di più».
Noyz, ma il tuo Truceclan (il collettivo romano di rapper che comprendeva tra gli altri Gel, Metal Carter, Chicoria, Cole e lo stesso Noyz) esiste ancora o semplicemente non ci lavori più tu?
«C’è ancora, sono solo io che non lavoro più molto con loro in questo momento e basta».
Qual è il pezzo di Localz Only che vi rappresenta meglio?
Fritz: «Per me Dal tramonto all’alba, con Salmo».
Noyz: «Io dico The World Ain’t Ready For Me, perché come mi hanno fatto notare è il pezzo dove risulta più strana l’unione tra la base e la mia voce».
In questi giorni esce anche Astronave Max di Max Pezzali: anche voi avevate il mito di Pezzali e gli 883 quando eravate più giovani, come tutti i rapper che hanno partecipato alla versione hip hop di Hanno ucciso l’uomo ragno nel 2012?
Noyz: «Quando era uscito quell’album nel 1992 lo ascoltavo, ero piccolo ma poi devo dire di no, non l’ho più ascoltato».
Fritz: «Io no, non lo ascoltavo. E trovo che quel gruppetto lì, di Claudio Cecchetto e compagnia bella, non abbia prodotto niente di culturalmente interessante, niente. E adesso trovo divertente che il figlio di Claudio Cecchetto (Jodi, classe 1994 ndr) voglia imitare Fedez che da quel mondo e quella scuola lì non arriva proprio, anzi è un “signorino nessuno” da Rozzano, mi sembra davvero paradossale».