È stato il concerto che ha cambiato tutto? Forse sì.
Il Live Aid, organizzato da Bob Geldof e Midge Ure nel 1985 per combattere la fame in Etiopia, è stato un evento memorabile per una generazione intera, probabilmente anche due. Tutto il mondo coinvolto, con fusi orari diversi, collegato grazie alla televisione. The Revolution Will Not Be Televised, dicevano. Invece no.
Con due miliardi e mezzo di spettatori e 150 milioni di sterline raccolte, il Live Aid è stato un punto cardine per il mondo della musica. Non stiamo a sottolineare le sbavature (tipo il live dei Led Zeppelin e quello dei Duran Duran, ahimè, non esattamente all’altezza delle aspettative), ma qui di seguito le dieci cose da ricordare.
10. Elvis Costello (Londra)
Uno prende la sua chitarra, sale sul palco, e inizia a cantare All you Need is Love. Quanto devi essere coraggioso per fare una roba del genere? Ecco, Elvis Costello la fa. E sembra che intoni un canto popolare. Seguito da tutto il pubblico.
9. Mick Jagger (Filadelfia)
Mick e Tina erano ottimi amici anche prima di esibirsi. E l’alchimia si vede tutta. Il piano originario di Jagger era quello di suonare in sincro con David Bowie da Londra, ma non è stato possibile realizzarlo per problemi tecnici. Con Tina Turner, invece, l’esibizione è riuscita molto bene. Con quel brivido in più dato dal semi-strip della cantante.
8. David Bowie (Londra)
Si è levato un boato dalla folla quando Bowie ha eseguito una versione di Heroes dedicandolo a tutti i figli del mondo. Anche lui idolo di Londra, il Duca Bianco è passato alla storia anche per il duetto realizzato in video con Mick Jagger su Dancing in the Streets.
7. Elton John (Londra)
Un’esibizione da incorniciare per Elton John. Anche grazie ai duetti con Kiki Dee su Don’t Go Breaking My Heart e George Michael su Don’t Let the Sun Go Down on Me che hanno regalato alla pop-star un’ovazione dietro l’altra.
6. Black Sabbath (Filadelfia)
È una di quelle volte in cui i fan si illudono di più. I Black Sabbath tornano a condividere il palco con il loro leader, Ozzy Osbourne. Tutti da quel momento in poi hanno sperato in una reunion duratura. Invece no, hanno dovuto accontentarsi di Paranoid, Children of the Grave e Iron Man.
5. Paul McCartney (Londra)
Da quello che si dice, Paul McCartney non era proprio convinto, ma l’organizzazione voleva a tutti i costi che almeno uno dei Beatles partecipasse al live. Dopo aver accettato, però, Macca è andato incontro a un problema tecnico non da poco. Per un paio di minuti il suo microfono non ha funzionato a dovere. Ci ha pensato la folla però a cantare con lui.
4. Phil Collins (Londra e Filadelfia)
La potenza del Concorde. Un salto nel futuro è offerto da Phil Collins, che passa da Londra a Filadelfia nella stessa giornata grazie alla British Airways. A casa si esibisce assieme a Sting, poi sale sul palco con i Led Zeppelin a suonare la batteria. Regalando sempre esibizioni memorabili.
3. U2 (Londra)
A quel tempo Bono e compagni non erano ancora una band da sold-out. Ma il frontman aveva capito che una prestazione da ricordare a Wembley avrebbe fatto fare agli U2 un bel salto in avanti. E così è stato. Con una Bad durata oltre 12 minuti.
2. Queen (Londra)
Wembley era casa loro, e Freddie Mercury e compagni hanno fatto di tutto per sottolinearlo. La gente impazziva per loro e il 1985 è stato uno dei loro anni di grazia. La scaletta prevedeva tutte le hit del tempo, compresse in una ventina di minuti. E poi, c’era quella nota…
1. Usa for Africa (Filadelfia)
Si fa prima a dire chi non aveva partecipato. Vedere tutte quelle star sul palco è un’emozione ancora oggi. Da Bob Dylan ai fratelli Jackson, capitanati da Quincy Jones. Praticamente la formazione originaria del supergruppo tutta riunita sul palco. Uno spaccato della musica globale di allora.