Ibiza è diventata un covo di fighetti? Secondo Carl Cox, sì.
E a dirlo non è propriamente un novellino. Il mostro della club culture si è sfogato qualche giorno fa con il Daily Record, denunciando la situazione di degrado sociale dell’Isla: «Non sono io a essere vecchio, è Ibiza a essere marcia ora. Sotto all’Hard Rock Hotel c’è l’Ushuaia: DJ di lusso, servizio ai tavoli con bottiglie magnum e una VIP Area su due livelli. Un tempo si stava tutti insieme quando c’era un’unica pista.»
C’è di sicuro un po’ di nostalgia nelle parole di Cox, ma è evidente che non sia una questione di bei tempi andati e ma molto più seria: «Mi rendo conto che oggi c’è bisogno di troppi soldi per poterti permettere di andare a sentire gente come David Guetta o Eric Prydz. Sull’isola ormai tutto ha un fine commerciale. Non penso ci sia niente di male a voler sentire David Guetta o Prydz, dipende solo da chi tu voglia sentire.»
Esiste però ancora qualche oasi in cui la cultura dello sfoggiare non ha attecchito: «A Brooklyn c’è questa stanzetta che tiene 600 persone. Si chiama Output Club e dentro non sono ammesse videocamere. Vogliono davvero che la gente si concentri sulla musica, cosa che fa davvero la differenza. Era da tempo che non assistevo a uno scenario simile. Zero bottiglie ai tavoli, zero VIP. È fantastico.»
Parole sante quelle del DJ, dov’è finito lo spirito di aggregazione?