Siamo rimasti in attesa per quarant’anni. Nel 1975 il dittatore Franco moriva, l’esercito vietnamita conquistava Saigon, Bill Gates fondava Microsoft, e Bruce Springsteen aveva solo 26 anni. Nelle foto sembra ancora un ragazzino: smilzo e non tanto alto, con una barbetta rada e lo sguardo timido.
Non è ancora abituato a essere famoso, appare quasi a disagio. Ha già pubblicato due dischi con crescente successo, ma è ancora poco noto: per vedere un suo concerto bastano 5 dollari, e sentirsi rispondere “Bruce chi?” doveva essere ancora piuttosto frequente. Pensarci oggi fa quasi impressione.
Quando ascoltò il disco finito
Bruce prese lo stereo e lo buttò dentro la piscina dell’hotel
Probabilmente all’epoca Bruce aveva già voglia di scalmanarsi sul palco per tre ore e passa, ma di sicuro gli mancava il materiale per farlo.
Durante quell’anno fatale la fotografa Barbara Pyle – filmmaker, producer, attivista ambientale, ma all’epoca soltanto una ragazza con una macchina fotografica – fa amicizia con Springsteen e la E Street Band, e vince il primo premio alla lotteria: accompagnare i ragazzi nella manciata di mesi che cambieranno la storia della musica americana: la registrazione dell’album Born to Run, cui farà seguito l’esplosivo tour americano.
Per la prima volta due occhi esterni vengono ammessi nel cerchio magico della sala di registrazione. Non si tratta delle solite foto di musicisti, scrupolosamente posate e approvate: qui Bruce e i suoi compagni – Clarence Clemons, Little Steven, Roy Bittan, Garry Tallent, Danny Federici, Max Weinberg, tutti spaventosamente giovani – sono ritratti soprattutto nei loro momenti privati.
Niente superstar, ma un gruppo di persone ancora normali, amici casinisti catapultati dentro qualcosa più grande di loro, che cercano essenzialmente di divertirsi: al bar, intorno a un biliardo, al ristorante, mentre osservano i manifesti che annunciano i loro stessi concerti, con un misto di orgoglio e tremarella.
Le foto del Boss saranno esposte al pubblico dal 13 ottobre al 28 novembre
Barbara Pyle commenta in esclusiva per Rolling Stone queste fantastiche foto: «Ero consapevole che la Storia stava avvenendo di fronte ai miei occhi». Forse era l’unica in grado di capire che quel ragazzo poco appariscente stava per diventare il più grande di tutti: il poeta di una generazione.
I lavori di Barbara Pyle sono pubblicati in volume da Reel Art Press, casa editrice inglese specializzata in table book fotografici. È disponibile anche un’edizione limitata “Vintage Deluxe”, che contiene una stampa originale del 1975 firmata dall’autrice. Le foto del Boss saranno esposte al pubblico nel corso di una mostra alle Snap Galleries di Londra, dal 13 ottobre al 28 novembre.
Potete leggere l’edizione digitale della rivista,
basta cliccare sulle icone che trovi qui sotto.