John Richards è il padrino di KEXP, una delle radio più importanti degli Stati Uniti, una voce fondamentale per conoscere il cambiamento della radio negli ultimi anni. Per una serie di motivi: intanto venire da Seattle, una città chiave per la storia della musica. E poi essere stati tra i pionieri delle radio on-line, grazie al supporto dell’università di Washington. KEXP è una radio di culto che col tempo si è guadagnata una credibilità senza paragoni, in ogni campo. Prima il rock, poi il grunge, poi l’indie, poi l’hip hop, non hanno mai avuto paura di cambiare musica, di seguire gli stili, ed è anzi quella la loro forza. Con l’arrivo della tecnologia e di internet sono cambiate, però, le regole del gioco. L’esplosione dello streaming le ha ribaltate completamente. Abbiamo chiesto a Richards cosa ne pensasse, all’evento Out of the box organizzato da La Marzocco. E lui è sicuro: la radio vincerà anche questa volta.
Qual è stato il momento chiave di crescita tecnologica per KEXP?
Per anni abbiamo lavorato con l’università di Washington per il supporto tecnologico. E sai cosa ci ha dato di più importante? Ci ha messo on line. So che sembra super basico adesso, ma quando abbiamo iniziato per noi era come andare sulla Luna! Abbiamo deciso di puntare tutto su quello, di trasmettere per la gente di Seattle ma anche per tutto il mondo. E anche ora ti posso dire che, certo, abbiamo i podcast, abbiamo i live in studio, un sacco di visualizzazioni, di contatti. Ma la gente ci segue per lo streaming, per l’ottima qualità che offriamo.
Non avete paura di finire schiacciati dallo streaming, quindi?
Sai che la gente è preoccupata di questo? No, tranquilli KEXP non morirà. Le uniche radio che moriranno sono quelli che meritano di morire. Quelle che non fanno più arte. Sono diventate iper commerciali ora, le grosse compagnie le hanno trasformate in macchine da soldi, in spazi pubblicitari. Moriranno quelle senza arte. Poi sai cosa ti dico? Lo streaming sta creando da solo delle stazioni radiofoniche. Guarda Apple Music, hanno inserito dei conduttori, delle voci umane.
Quindi alla fine lo streaming è ok?
Quelli che hanno una voce umana sono perfetti, perché ricreano quel mondo, le persone hanno l’abitudine di avere una guida, si devono sentire a proprio agio. Quelli di streaming continuo sono comunque ok. Non ti fanno scoprire la musica, perché per quello hai bisogno di qualcuno di cui ti fidi. C’è così tanta roba adesso, credo sia uscita più musica ora che nei primi 5 anni in cui ho lavorato in radio. Non hai idea del filtro che dobbiamo fare, ma lo facciamo per le persone, per chi ha ancora bisogno di una guida.
Qual è il segreto per essere una guida così importante?
Ci mettiamo la passione e dobbiamo sempre cambiare, non sederci mai. Sono io che amministro tutti i dj di KEXP, e loro sanno come la penso. Non hai più passione? Bene, puoi andare.