Abbiamo parlato in esclusiva con il protagonista del film cinese su Tupac | Rolling Stone Italia
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Abbiamo parlato in esclusiva con il protagonista del film cinese su Tupac

Tsalta D. Baptiste è protagonista e ideatore di "Until the End of Time"

Tsalta D. Baptiste nei panni di Tupac

Tsalta D. Baptiste nei panni di Tupac

La scorsa settimana abbiamo trovato in rete il primo trailer di Until The End Of Time, un film dedicato a Tupac Shakur, incredibilmente in arrivo dalla Cina. Il protagonista principale, nonché ideatore di tutto il progetto, è Tsalta Baptiste, un’attore esordiente che interpreta lo stesso Tupac.

L’abbiamo contattato e lui stesso si è proposto per un’intervista. Abbiamo detto di sì, perché è giusto farsi trasportare nell’incredibile mondo dell’hip hop visto dalla Cina.


Com’è nata l’idea di fare un film su Tupac?
Tupac Shakur è un eroe mondiale. E c’è un pubblico numeroso che guarda film che parlano di icone e di eroi. Essendo un attore di colore, quando c’è stato il caso dell’hacking alla Sony ed è saltata fuori la mail di un produttore che sosteneva che “Denzel Washington non dovrebbe più essere il protagonista di The Equalizer – Il vendicatore perché il mercato internazionale è razzista”, sapevo che avrei dovuto intervenire perché odio avere divieti. Quindi questo film vuole rimuovere quella mentalità e dare sostegno alla tesi che, usando gli ingredienti giusti, il mercato possa rispondere bene a un black movie. Questo film dimostra che puoi fare qualsiasi cosa ti venga in mente anche se devi fare dei passi indietro, verso luoghi dove puoi trovare delle opportunità migliori.

Secondo te, è stato necessario farlo adesso?
Il 2016 sarà il ventesimo anniversario della morte di Tupac, e vorremmo tenere accesa l’attenzione su di lui, come si fa con la Monnalisa, per educare le persone sulla sua figura, soprattutto nei luoghi in cui non è così famigliare, come la Cina. Con l’Isis e tutta la paura delle differenze culturali, è buona cosa vedere qualcosa che unisce le culture, perché come registi abbiamo una responsabilità sociale, dobbiamo non solo intrattenere ma per far pensare le persone. L’intero progetto ha sempre voluto essere qualcosa di più grande di un film, è un movimento.

Quanto è importante la cultura hip hop in Cina?
La nuova società cinese è molto influenzata dalla cultura europea e mette al primo posto la cultura scolastica, quindi la cultura hip hop come la conosciamo noi in Cina è un puntino nero in un secchiello di vernice bianca, piccola e con poca influenza. Ma le cose stanno cambiando, per così dire, sta iniziando a diventare molto più importante, come è in tutto il resto del mondo. Dal punto di vista della moda, sta andando molto lo stile “hip hop” (per lo più a causa delle popstar coreane) e, inoltre, ci sono già un sacco di rapper cinesi di successo come Al Rocco e tutto il movimento nato tra Shanghai, Taiwan e Hong Kong. Eppure, la maggior parte dei giovani cinesi che ascoltano “hip hop”, in realtà ascoltano artisti coreani come G Drago e Big Bang e considerano quello il vero hip hop. Per chi viene dall’occidente come me, questo è moooooolto (nell’originale, veeerrrry) diverso da ciò a cui siamo abituati. Se ci fosse un sondaggio, l’hip hop coreano batterebbe drasticamente quello americano in Cina.

Al Rocco - RMB人民币 Red Money (Prod. by Chemist)


E la cultura statunitense, invece?

I film americani vanno bene in Cina, in realtà un sacco di giovani cinesi di oggi impara l’inglese attraverso la visione di una quantità disumana di spettacoli televisivi e film (nessuno dei quali parla dei neri, purtroppo). Ho letto in un articolo che la Cina ha raddoppiato gli incassi derivanti dagli spettacoli al cinema quest’anno. Quindi, in un luogo dove ci sono quasi 1,5 miliardi di persone, c’è sicuramente un tipo di movimento “New America” basato sulla cultura, che però è molto futuristico e quasi bizzarro da vedere come il nostro trailer, ma sì, c’è un enorme mercato aperto e fiorente per “hip hop” in Cina.

Sei a conoscenza che esistono altri progetti riguardo la vita di Tupac, vero?
Sì, anche se non mi piace molto quello che succede dentro certi uffici. Questo, poi, non è un biopic, nello specifico è un progetto creato da un professore universitario (io) e uno studente (Steven Sheng). Ho lavorato in passato alla Music World Entertainment dove Matthew Knowles (il padre di Beyoncé) era il mio capo, conosco quindi come una persona possa avere tante cose da fare e come le diverse opinioni o le discussioni creative possano ritardare la realizzazione. Mi considero fortunato di essere un veicolo attraverso cui dare al mondo un’anticipazione di quanto importanza, nazionale e internazionale, potrebbe avere un film su Tupac.

Non pensi che ci possano essere dei problemi legali o economici?
Non siamo degli opportunisti, ma solo degli appassionati di arte e musica, quindi abbiamo deciso di concludere il nostro progetto senza avere un vero consenso finale da parte della madre di Tupac e dal suo team. Quindi, non abbiamo avuto e non avremo alcun tipo di guadagno per questo progetto, senza il necessario coinvolgimento della sua famiglia e questo non è un problema perché non avremmo mai fatto questo film per soldi. Indipendentemente dalle falle legislative in materia di copyright che ci sono in Cina, vogliamo che sua madre Afeni Shakur, la donna dietro la leggenda e una vera madre per tutti noi, sappia che la nostra intenzione non è mancarle di rispetto. Vorremmo davvero vedere un film di Hollywood sulle vicende di Tupac, e se solo potessi avere un’audizione per interpretarlo, sarei contento.



A proposito di questo, vorrei scusarmi con i fan di Tupac per alcuni passaggi in cui ho, in qualche modo, esagerato il manierismo artsy di Tupac. Mi sento male ogni volta che guardo quel trailer perché so che io posso fare di meglio e le persone avrebbero dovuto vedere questo, semplicemente una performance migliore. Per la maggior parte di quelle scene di interviste, abbiamo improvvisato senza fatto alcuna prova. Ho interpretato molti personaggi in passato, ma non ero ancora a mio agio nei panni di Tupac durante le riprese. In quel momento, sapevo che dovevo sottolineare molto il suo modo di fare perché non avevamo idea di quali scene sarebbero state usate per il trailer. Da allora, mi sono sentito molto meglio con il suo linguaggio del corpo e il suo modo di gesticolare. Credo che non sia necessario strafare quando puoi semplicemente fare, mi scuso per averlo fatto sembrare una presa in giro. Se sei un vero fan di Tupac, sei anche a conoscenza del fatto che lui era molto più artsy che gangster durante la sua vita e durante la sua carriera e chiunque dovesse interpretare Tupac, dovrebbe spendere molto tempo a perfezionare tutti i suoi diversi tratti. Siamo anche consapevoli della cattiva interpretazione che si può avere della figura di un uomo di colore oggi e non volevamo dipingerlo come un tiranno, piuttosto, come un filosofo raffinato in qualche modo, qualcuno con cui tutto il mondo può relazionarsi.

Qual è lo scopo principale del film?
Lo scopo principale del film è di fare esattamente ciò che è successo, ottenere l’attenzione del mondo, far parlare di continuo la gente di Tupac ed educare sia riguardo la cultura black americana sia quella cinese. Questo è il primo e unico film cinese nella storia che ha ricevuto così tanta attenzione internazionale, senza essere un film di kung fu. La Cina ha una reputazione piuttosto brutta a livello globale ma conoscendo nuove persone in Cina, giorno dopo giorno, ho imparato che la colpa non è del popolo. Sinceramente parlando, una persona media che non ha mai lasciato la Cina, è davvero all’oscuro di ciò che pensa di loro il resto del mondo. Sono solo molto protettivi delle loro persone e vivono le loro vite felicemente, lontano dal resto del mondo e si interessano davvero poco a come il resto del mondo dovrebbe vederli. Molte città in Cina sono molto sviluppate e così civili da poter essere paragonate a qualsiasi città in Occidente. Simili a tante città presenti in Africa. La Cina mi ha sorpreso, e ha sfatato i miti sugli stereotipi che ho raccolto riguardo i cinesi in tutta la mia vita. Allo stesso modo, io, come nero americano, sto vivendo all’interno di un paese che solo 30 anni fa ha aperto le sue porte agli stranieri. Così anche io sto sfatando degli stereotipi e sto togliendo a loro delle curiosità. Voglio dire, questo posto è noto per la sua Grande Muraglia e “Grande Firewall” per un motivo. Quindi questo film è stato montato con degli “errori cinesi di continuità” e delle questioni controverse per sensibilizzare su queste questioni da entrambi i lati. Inoltre, c’è sempre un’atmosfera seria con alcuni momenti “WTF?” che non hanno un’alta qualità, che sono stati creati intenzionalmente.

Perché?
Perché a me e Steven (il regista, ndr) piacciono le sfide e fare qualcosa di originale, in tutti i sensi. Nell’era dei contenuti dei social media tutto si guarda e viene condiviso più di ogni altra tempo, è importante mettere il materiale controverso insieme a quello originale, dando un alto valore alle singole scene, in modo che possano essere anche oggetto di meme (come i baffi di Geoff, ad esempio). Questo non è facile da fare, però, devi solo fidarti della tua pancia e della tua visione. In realtà, ci sono stati alcuni momenti durante le riprese in cui Steven, il regista, continuava a insistere per rendere il girato più professionale, ma gli ha chiesto di fidarsi di me. Sono contento che l’abbia fatto. È vero, ha avuto critiche buone e meno buone, provenienti da tutto il mondo, ma la gente parla di questo ed è quello che ci aspettavamo. Avere uno ying e uno yang è necessario, permette alle persone di farsi la loro idea.

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