Sono le 21.10 di un sabato quasi primaverile e al Fabrique è tutto pronto: l’atmosfera ricorda vagamente quella del Bait Shop di The OC che ha ospitato, in alcuni tra gli episodi più famosi della serie, i migliori gruppi indie-rock di sempre. Qui invece una folla variegata non ha dovuto nemmeno reclamare la propria band preferita, che, puntuale come orologi svizzeri, ha fatto il proprio ingresso in pompa magna con una delle sue hit più danzerecce, Handsome.
Stiamo parlando dei The Vaccines che, dopo il successo della data di venerdì 11 marzo al New Age Club di Roncade, hanno da subito messo le cose in chiaro: avrebbero fatto ballare Milano, con quella classica arroganza Made in England di chi non ha certo bisogno di un opening act che gli scaldi la platea.
Justin Hayward-Young e soci sono riusciti a trasmettere la giusta carica e quel mood un po’ godereccio alla Animal House dei giorni nostri, cantando di scappatelle tali o presunte (Dream Lover), chiodi schiaccia chiodi (Post Break-Up Sex) e baccanali 2.0 (All in White), alternando adrenalina pura a mega ballad melense per innamorati (I Always Knew), cuori infranti (Give Me a Sign) e ragazzine che stanno ancora pensando ai loro ex (A Lack of Understanding).
Un mix esplosivo di tutti e quattro i loro album, sapientemente studiato per far prendere fiato di tanto in tanto ad una folla che, nel complesso, è presa davvero bene.
Un’ora e mezzo di concerto intervallata da un buon numero di “Grazzi Milli” vari ed eventuali e qualche parola su quanto sia bella l’Italia. Una performance che si conclude con un encore di tre brani, una No Hope inusualmente acustica con voce e chitarra di Young, We’re Happening e, ciliegina sulla torta, una Nørgaard che ha davvero scatenato il putiferio.
…e bravi i Vaccines, un vero e proprio “antidoto” alla noia.