«OH MY GOD YES!», è la risposta entusiasta di Jessy Lanza quando le chiedo se tra i suoi ascolti ci sia ancora tanto hip hop. È una domanda naturale, visto che in Oh No, il suo secondo album in uscita su Hyperdub, ha spostato il tiro non poco, soprattutto nei primi singoli che sono usciti. Dall’avvolgente R&B che caratterizzava il suo disco d’esordio del 2013, Pull My Hair Back, siamo andati all’apparenza verso orizzonti più club.
«Sì, vero, è un po’ cambiato tutto. Anche se nell’album ci sono pezzi più “lenti” rispetto ai primi singoli che sono usciti, il ritmo in generale è cambiato. Io e Jeremy (Greenspan, degli Junior Boys, produttore dell’album, ndr) abbiamo ascoltato parecchio la Yellow Magic Orchestra scrivendo questi pezzi e penso che questo abbia avuto una grande influenza. Ascolto ancora tanto hip hop, comunque, resta il mio genere di musica contemporanea preferito».
Jessy Lanza è di Hamilton, Ontario, un’ora di macchina da Toronto. Chissà se anche lei ha beneficiato in qualche modo dell’ondata di coolness che ha invaso la metropoli del Canada, dove sembra che tutto possa succedere. «No, non c’è niente ad Hamilton», dice. «È figo essere vicino a una città come Toronto, ma dove sto io è molto calmo, non succede niente. In qualche modo mi piace e mi fa bene questa tranquillità». Una tranquillità che sembra la nuova incredibile parola d’ordine di Jessy: il comunicato stampa dice che durante la lavorazione dell’album, Jessy si sia circondata da piante per stare meglio, mentre sul palco negli ultimi live è apparso un piccolo diffusore di incenso. Lo indico e chiedo se anche questo è parte integrante di questo suo benessere ritrovato. «Fa tutto parte di una serie di piccole cose che mi fanno sentire meglio», mi dice. «A volte non ci pensi, almeno, io non lo facevo. Ero sempre stressata, non facevo attenzione a niente. Adesso, invece, va tutto meglio».
Oh No è un album ambizioso, che fa fare a Jessy Lanza quel saltino di qualità necessario per diventare da una bella speranza un’ottima conferma. Si smarca dal mondo R&B melenso, vira decisa verso zone da club (come i due pezzi che sono già usciti, VV Violence o It Means I Love You). Quasi quasi, potremmo aspettarci di sentire in radio qualcosa. Incredibile. Anche perché la cantante/producer ci pensa non poco. In un’intervista a The Guardian di qualche tempo fa diceva chiaramente di sognare di avere un pezzo in una Top 40. «Penso che quello che volevo dire è che sia io che Jeremy siamo molto affascinati dalle classifiche e dalla pop music in generale», commenta sorridendo. «Ma nessuno dei due sa in realtà come scriverla! Mi piacerebbe essere una sorta di outsider della pop music. E no, se vuoi saperlo, neanche in questo album ci siamo riusciti, secondo me. È un’alchimia strana quella da classifica, non so esattamente come funzioni. Ma ammiro molto chi ce la fa».