E sono 13. Un numero che in genere si crede porti sfiga, a parte in Italia dove ci si divide equamente tra devoti e hater di questa doppia cifra. Negli Stati Uniti, invece, tutti d’accordo: il 13 porta sfiga, quindi non c’è occasione migliore per festeggiare il tredicesimo compleanno di iTunes, nato per la precisione il 28 Aprile del 2003. Già, l’occasione è ghiotta perché pochi software, dopo decine di versioni lanciate, e a distanza di così tanto tempo dalla nascita, riescono a mettere tutti d’accordo in quanto a inefficienza e antipatia.
Al momento del lancio, tredici anni fa appunto, iTunes sembrava una manna dal cielo. Un lettore multimediale, come ci piaceva chiamare questi obesi software all’epoca, con interfaccia sfiziosa e la possibilità di leggere tonnellate di formati audio e video. Tanto che il Times non ci pensò due secondi a etichettare il software come un “concetto di una semplicità disarmante”. Oh, com’eravamo ottimisti, a quei tempi.
L’introduzione, nel 2010, dello “store digitale”, mise poi iTunes in prima linea in una delle principali rivoluzioni dell’industria discografica. Ma nemmeno questo, nemmeno il fatto di ritrovarselo nei Mac, negli iPhone, nei PC, e nelle patatine, riuscì mai a scaldare il cuore gelido del pubblico. Il motivo? In breve, il problema di iTunes è squisitamente tecnico: non è cambiato mai.
Calma, so bene che l’interfaccia ha subito molte modifiche, che Apple ha infilato una marea di funzioni, e che l’immenso catalogo val bene qualche sacrificio, ma ciò che non convince di iTunes, intendo tutto ciò che non convince, dipende dal fatto che è un giovanotto col cuore di un vecchio. E quindi lo vedi tonico e di bell’aspetto, ma quando si tratta di camminare spedito diventa goffo e snervante. Questo per spiegare che il “core” di iTunes, cioè l’insieme di istruzioni principali che lo fanno funzionare, è praticamente lo stesso del 2003. Gli sviluppatori, a libro paga di Apple, non han fatto altro che aggiungere strati su strati. Un po’ come se ad Ironman mettessi una corazza sopra l’altra, per 13 anni. È chiaro che a un certo punto il suo cuore, che c’ha già i suoi bei problemi, cederebbe sotto il peso di tutto quel metallo.
Questo spiega perché iTunes è grosso e lento. Terribilmente, grosso e lento, al punto che l’ultima cosa per cui lo useresti è caricarci qualche traccia (ma non era nato per questo?). E già qui c’è da incazzarsi. Se poi pensi allo strano concetto che questo software ha di “sincronizzazione”, che due volte su tre ti zappa via la libreria, allora hai la dimensione di quanto iTunes, in questi tredici anni, sia invecchiato malissimo. La verità è che iTunes, col suo vecchio e obsoleto core, era nato per fare una cosa (riprodurre file) e, poco a poco, Apple ha voluto trasformarlo anche in altro, facendolo diventare più uno store che altro. C’è chi dice che i servizi di streaming musicale, tra cui Music della stessa Apple, condanneranno in tempi brevi l’odiato iTunes. Eppure, è più o meno dal Maggio del 2003 che sento raccontare queste storiella. Comunque, anche se in ritardo, buon compleanno.