Se il mondo della musica fosse un grande, immenso Tour de France, il ruolo di John Frusciante, che per noi fu Jack, sarebbe quello del ciclista sempre in fuga. Soprattutto da se stesso.
John si è conquistato la sua libertà passo dopo passo, scelta dopo scelta e ora fa essenzialmente il cazzo che vuole: i dischi che ha voglia
di fare, quando ha voglia, con gli strumenti che ha voglia di usare. E poi, basta: niente promozione, niente concerti, un’intervista ogni cinque anni giusto per fare capire ai suoi fan di non essere ancora – del tutto – impazzito. John Frusciante è un eroe, un vero puro in un mondo falso: uno che negli anni’10 ha scoperto la acid house (roba di quasi vent’anni prima) e ha perso completamente la testa.
Il bello è che ogni cosa che fa, compreso questo EP di “esperimenti con la musica elettronica”, sembra avere un senso e una ragion d’essere. Tanto a noi piacerebbe comunque: perché a uno così non si può che volere bene, e il fatto che non trascorra il suo tempo a fare a pugni con la nostalgia, non può che renderci felici.