Sono ancora ignoti gli autori e i moventi dell’ordigno artigianale esploso a New York sabato sera alle 20.30 ore locali (2.30 italiane) nel quartiere di Chelsea, zona ovest di Manhattan.
La bomba, esplosa in un cestino dei rifiuti all’angolo tra la 23esima strada e la Sesta Avenue era stata costruita per colpire più persone possibili: l’area è infatti una delle più frequentate e affollate della Grande Mela e all’interno dell’esplosivo schegge e frammenti metallici erano disposti per provocare ferite più gravi possibili, mentre il detonatore era formato da fili elettrici e un vecchio cellulare a conchiglia. Poco dopo, a soli quattro isolati di distanza, è stato trovato un altro ordigno costruito alla stessa maniera della bomba che, il 15 aprile 2013, uccise 3 persone ferendone almeno 264 durante la maratona di Boston. Pochi istanti dopo l’esplosione centinaia tra volanti della polizia, ambulanze e pompieri sono accorsi sul posto: gli agenti erano in pre-mobilitazione da giorni a causa del summit mondiale di oggi in cui 191 tra capi di stato e di governo discuteranno della crisi dei rifugiati. Sempre a New York, in questa settimana, si radunerà il congresso Onu. L’intera area, così come due linee della metropolitana, sono state immediatamente bloccate per permettere alla task force antiterrorismo e all’FBI di svolgere le indagini: al momento sono tre i sospettati, mentre lo stesso uomo è stato riconosciuto dai filmati delle telecamere di sorveglianza posizionate in prossimità dei luoghi in cui gli ordigni erano stati nascosti.
Il sindaco De Blasio ha rivelato che per ora non è stato riscontrato alcun legame accertato con il terrorismo internazionale, nonostante un biglietto in arabo presente nella sacca in cui è stato ritrovato l’ordigno inesploso sulla 27esima; il governatore dello Stato di New York, Andrew Cuomo, ha ribadito che ancora nessuno fra i sospettati è stato individuato ma sono già state schierate mille unità tra polizia di stato e guardia nazionale, con massima allerta in stazioni dei treni, fermate della metropolitana e aeroporti.
Allarmante che, nella stessa giornata, un’altra esplosione è avvenuta durante il pomeriggio a Seaside Park nel New Jersey durante una maratona di beneficienza, fortunatamente senza provocare feriti, mentre soltanto mezz’ora prima dell’esplosione di New York a St. Cloud, città del Minnesota a 100 chilometri di Minneapolis, cinque persone sono state accoltellate da un aggressore inneggiante Allah, ucciso dalla polizia.
L’aggressione è stata immediatamente rivendicata da Amaq, network ufficiale dell’Isis, mentre il capo della polizia locale Blair Anderson ha smentito l’esistenza di prove che confermino la pista Stato Islamico.
Secondo gli inquirenti gli episodi non sarebbero collegati fra loro e il sindaco De Blasio ha voluto tranquillizzare gli 8 milioni di abitanti sottolinenando come, dopo l’11 settembre, New York sia la città più attrezzata al mondo davanti alla minaccia terroristica. Tutte le 29 persone ferite dalla bomba sono già state dimesse dagli ospedali e nessuna di loro ha subito gravi ferite; la Farnesina ha confermato che nessun cittadino italiano è rimasto colpito.
We did a traffic stop of a vehicle of interest in the investigation. No one has been charged with any crime. The investigation is continuing
— FBI New York (@NewYorkFBI) 19 settembre 2016
L’FBI ha comunicato via Twitter di non avere ancora fermato nessun sospettato, mentre non si è fatta attendere la reazione dei candidati alla Casa Bianca: da una parte Trump ha ribadito come sia necessario rispondere immediatamente alle minacce col pugno di ferro, mentre Hillary, in diretta dall’aereo per la campagna elettorale, ha insistito sull’importanza delle indagini preliminari in modo da scoprire l’identità degli attentatori e dei mandanti per affrontare alla radice il problema.
Tuttavia, l’allerta terrorismo non accenna a smorzarsi dato che, qualche ora fa, altri cinque esplosivi sono stati ritrovati nei pressi di una stazione nel New Jersey; uno degli ordigni è esploso durante il lavoro del robot degli artificieri senza causare feriti mentre i rimanenti sono stati prontamente disinnescati senza alcun danno. L’Fbi ha già fermato cinque sospettati.
Aggiornamento 16,30 – L’FBI ha identificato un primo sospettato per le bombe a New York.
Si chiama Ahmad Khan Rahami, ha 28 anni ed è di origine afgana naturalizzato statunitense; l’FBI ha diffuso un identikit del sospettato, definendolo “armato e pericoloso”. Il suo ultimo indirizzo si trova a Elizabeth, cittadina del New Jersey.
Rahami è ricercato per essere interrogato anche riguardo ai cinque esplosivi ritrovati questa mattina nei pressi di una stazione del New Jersey.
Aggiornamento 17,40 – Ahmad Khan Rahami è stato arrestato a Linden, New Jersey, dopo una sparatoria con la polizia in cui, a quanto pare, due agenti sono rimasti feriti. Secondo gli inquirenti ci sarebbe un collegamento fra le bombe di New York e gli ordigni trovati questa mattina alla stazione di Elizabeth in New Jersey.
Nel frattempo, tramite Twitter, il candidato repubblicano alla Casa Bianca Donald Trump ha commentato gli attacchi del weekend, sottolineando come l’amministrazione Obama abbia fallito sul fronte della sicurezza interna: «Sotto la leadership di Obama e Clinton, gli americani hanno sperimentato più attacchi in casa che vittorie all’estero. È ora di cambiare strategia».
Under the leadership of Obama & Clinton, Americans have experienced more attacks at home than victories abroad. Time to change the playbook!
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) 19 settembre 2016