Dietro a una grande serie TV c’è una grande colonna sonora. È il caso di Gomorra, una delle serie più di successo degli ultimi anni e che ha fatto incollare alla televisione milioni di spettatori, in Italia e all’estero.
Da mercoledì 26 ottobre è finalmente disponibile a questo indirizzo un documentario che scava sulla musica che ha accompagnato gli episodi della serie ispirata al romanzo di Roberto Saviano perché «il rap napoletano è una scuola a parte della scena italiana, perché ha l’arma della lingua che ha un’altro suono, ha l’arma dell’ironia, ha voglia di campionare la propria tradizione e non più soltanto il basso di James Brown, ha una strada da raccontare che è quella di Gomorra però è anche quella del lungo mare liberato è quella di una città che si muove tra antipodi, tra sogni e depressioni è una città malata di un blues metropolitano».
Nel lungometraggio sono raccolte le testimonianze dirette degli artisti che hanno partecipato alla colonna sonora: i rapper Lucariello, Luchè, Enzo Dog e Nto, il produttore D-Ross, il gruppo post rock Mokadelic, lo storico cantante neomelodico Franco Ricciardi insieme ai più giovani Alessio e Ivan Granatino, artisti diversi, ma che attraverso la musica sono riusciti a ricreare e a trasmettere la parte più cruda e reale della vita partenopea. Ad intervallare gli interventi dei protagonisti le voci autorevoli del giornalista Federico Vacalebre, critico musicale de “Il Mattino” e del professore Marcello Ravveduto, profondi conoscitori della musica napoletana.
Il regista è Beppe Tufarulo mentre la produzione è di TapeLessFilm. Per presentare il progetto i protagonisti della serie e gli artisti che ne hanno curato le musiche saranno coinvolti di una speciale Blue Room di Twitter, il 28 ottobre alle ore 18. Per interagire e fare le vostre domande utilizzate l’hashtag #GomorrahSound. Buona visione e state senza pensier.