Tuono Pettinato è una persona buona. O almeno così dice Tuono Pettinato. Negli ultimi mesi, però, qualcosa è cambiato in Andrea Paggiaro, vero nome del fumettista classe 1976: ha cominciato a odiare; è tornato a odiare. Da questo cambio d’umore nasce L’odiario (Grrrz, 18 euro), libro autobiografico in cui Tuono fa fede al suo nome d’arte ed esplode d’ira.
Essendo Paggiaro Paggiaro, però, le cose non sono così semplici: se è vero che L’odiario è “un percorso terapeutico”, è anche vero che il serpa che l’autore si è scelto è Alfredo Verde, criminologo e docente all’Università di Genova. Con Verde, Tuono si imbarca in un viaggio nella storia – anche letteraria – dell’odio tra esseri umani. Il libro, presentato da Grrrz al Lucca Comics and Games, è solo l’inizio: Tuono ha ancora molto da dire sull’argomento e ha intenzione di dare almeno un seguito all’opera: “Se riesco a stare sulle festività e nel prossimo albo riesco a parlare male della Pasqua o del Ferragosto, potrebbe diventare una serie di libri”. Tra gli argomenti che non sono rientrati in questo volume, per esempio, “il mio astio per i talent show e per l’ossessione della cucina”, spiega Tuono confessando di praticare l’hate watching dei programmi di Gordon Ramsay e Masterchef Junior: “Ci sono questi ragazzini che in tv dicono: ‘Oh dio, un vol au vent!’. L’infanzia non è fatta per queste cose, no?”
Ma cosa odia un buono come Tuono Pettinato? E perché così, all’improvviso, un libro elegiaco del proprio lato caotico-malvagio? “Quelli del giro dei fumetti, che mi conoscono meglio, mi dicono che in realtà questa cosa della mia personalità buona è un’invenzione e sono sempre stato malvagissimo. Quindi prima o poi questo lato della mia personalità doveva uscire”. Il libro racconta chiaramente una delle probabili cause di questo breakdown d’odio, ed è una cosa che ha in realtà a che fare con la bontà del nostro: “Non so dire di no alla cose. Mai. C’è questa tavola che secondo me riassume tutto, con me che dicono ‘volentierone’ e dietro c’è un NO a dimensioni cubitali. È il riassunto della mia vita”.
Pazienza, incapacità di dire di no, frustrazione. Cuocete il tutto in padella per qualche anno e otterrete un mostro. Quel mostro è Tuono Pettinato in questo momento – circa. Anche per questo, per il timore di un lato oscuro inaspettato, l’artista ha intrapreso il viaggio de L’Odiario: suo co-protagonista, come detto, è il dottor Verde, criminologo che mise Corpicino, suo libro del 2013, tra i titoli di studio universitario. È a lui che il nostro chiede aiuto quando si rende conto di essere cambiato: “L’odio è un anticorpo,” gli spiega il professor Verde, “una medicina omeopatica che oppone una sana malvagità alla malvagità ben peggiore della realtà che ci circonda.” Poi, certo, Alfredo Verde cerca anche di spiegargli che non è uno psicologo e non può analizzarlo, ma il nostro vuole sentire ragioni: è già disteso sul suo lettino.
Il libro contiene alcune favole moderne indimenticabili (come quella del bambino che non aveva mai ricevuto un like su Facebook) e brevi biografie di personaggi illustri, cifra stilistica di Tuono, che vanno da Cioran a Honoré de Balzac. Dove si arriva, alla fine? Che cosa ha capito il pisano di se stesso con questo libro? “Ho capito che non ce la faccio proprio a odiare le singole persone. Devo odiare i fenomeni culturali.” E basta, almeno per ora, ma c’è ancora tempo: la fase dell’odio di Tuono Pettinato è appena cominciata.