L’annuncio è arrivato poche ore fa via Facebook, Leonard Cohen è morto all’età di 82 anni. Non ancora chiare le cause del decesso del leggendario poeta, musicista, artista e cantautore canadese. La famiglia chiede privacy in questo momento difficile, promettendo un memoriale a Los Angeles a tempo debito.
«Mio padre è morto nella pace della sua casa di Los Angeles con la consapevolezza di aver portato a termine quello che sentiva essere uno dei suoi più grandi dischi», ha dichiarato il figlio di Cohen, Adam. «Ha scritto fino alla fine rimanendo fedele al suo stile e al suo senso dell’umorismo unico». È stato uno dei pochi artisti della sua generazione a godere del successo artistico fino ai suoi ottant’anni, pubblicando il suo ultimo album, You Want It Darker, proprio lo scorso ottobre.
«Non ho mai avuto la sensazione che ci fosse una fine», dichiarava nel 1992. «Che ci fosse una pensione o che ci fosse un jackpot».
Cohen è stato l’eminenza oscura all’interno del piccolo pantheon dei cantautori più importanti di sempre, spiccando tra la fine dei Sessanta e i primi anni Settanta. Solo il premio Nobel Bob Dylan ha esercitato un’influenza maggiore sulla sua generazione, e forse solo Paul Simon e la collega canadese Joni Mitchell possono raggiungerlo come poeta della canzone. L’ammaliante tonalità bassa della voce di Cohen, il pattern di chitarra e i cori greci, tratti distintivi di alcune tra le sue canzoni più suggestive in grado di trattare allo stesso modo di amore e odio, sesso e spiritualità, guerra e la pace, dell’estasi e della peggiore forma di depressione. Un perfezionista che notoriamente passava anni su un pezzo, la cura di Cohen per i dettagli infuse luce a pezzi come Suzanne e Hallelujah, oggetto di molte cover negli anni.
«Essere un compositore è come essere una suora», Rolling Stone ha riportato queste sue parole del 2014. «Sei sposato con un mistero. Non è un mistero particolarmente generoso, e tuttavia altre persone vivono quest’esperienza con il matrimonio».
Nel 1995, Cohen parve respingere la secolarità riflessa in canzoni come The Future e Democracy mettendo in pausa la sua carriera e prendendo i voti per diventare monaco buddista. Tuttavia ha rilanciato la sua carriera a 74 anni ed ha continuato a fare tour per il mondo e a produrre album dalla luce sensuale nella prima decade degli anni 2000, arrivando al 16esimo posto della classifica dei 100 migliori cantautori secondo Rolling Stone.