Jeff Bridges ci ha raccontato di quella volta che ha suonato con Bob Dylan | Rolling Stone Italia
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Jeff Bridges ci ha raccontato di quella volta che ha suonato con Bob Dylan

Per tutti è il Drugo del "Grande Lebowski" e lui va così fiero di quel film che lo vorrebbe pure nel suo necrologio

Jeff Bridges

Jeff Bridges

L’attore, 66 anni (il suo ultimo film è il celebrato Hell or High Water), ci parla degli insegnamenti di papà Lloyd, del segreto per un matrimonio lungo e felice, e di alcune jam session con Bob Dylan.

Fai questo mestiere da 50 anni, ma non sei mai diventato una superstar. Non avere avuto un successo enorme è stato un vantaggio?
Mio padre, Lloyd Bridges, verso la fine degli anni ’50 recitava in una serie tv che si chiamava Avventure in fondo al mare. Era così bravo a fare immersioni che la gente pensava che lui fosse davvero quel personaggio. È il miglior complimento che un attore possa ricevere, ma era anche frustrante, perché continuavano a offrigli parti in cui doveva fare immersioni. Nella mia carriera ho cercato di non sviluppare un personaggio troppo forte, in modo da non rendere scontato vedermi in un dato ruolo. Ho voluto confondere piacevolmente il pubblico su chi sono veramente.

Quando non fai film, suoni con una band chiamata The Abiders. Che musica ti piace?
Bob Dylan. Adoro ogni sua singola incarnazione.

Qual è la sua canzone che preferisci?
bridges Quella a cui sono più affezionato è The Man in Me, perché è nel Grande Lebowski. Con gli Abiders la facciamo. Ho lavorato con Dylan nel film del 2003 Masked and Anonymous. Veniva a bussare alla porta della mia roulotte e diceva: “Ehi, suoniamo qualcosa?”. Di solito facevamo la sua versione di You Belong to Me dalla colonna sonora di Natural Born Killer.

Qual è l’acquisto più lussuoso che ti sei mai concesso?
Circa 25 anni fa, mia moglie e io abbiamo acquistato la casa del cantautore Kenny Loggins a Santa Barbara. Era ben fuori dal nostro budget, ma ci siamo detti: “Fanculo, facciamolo”. Lì abbiamo tirato su la nostra famiglia. Abbiamo esagerato in un momento perfetto della nostra vita, e ci è andata alla grande.

Sei sposato con la stessa donna da quasi 40 anni, praticamente più di ogni altra coppia di Hollywood. Qual è il vostro segreto?
Semplice, sono pazzo di quella ragazza. Quando sei sposato devi darti da fare. Lungo la strada abbiamo preso qualche buca, ma non abbiamo mai affrontato i problemi in modo cinico: sono stati l’opportunità per conoscerci meglio. Tutto ruota intorno alla confidenza, nella vita è la cosa più importante.

Cosa fai per restare in forma?
Potrei essere più gentile con il mio corpo. Da attore, un ruolo può essere un’ottima scusa per non fare attività fisica. Nessuno vorrebbe vedere il Drugo con gli addominali a tartaruga, no? Quindi uno continua a mangiare il gelato. Il mio peso oscilla costantemente.

Se sei il protagonista di un film ad alto budget come R.I.P.D. – Poliziotti dall’aldilà, e questo si rivela un fiasco, ci rimani male?
Non proprio. Quando esce un mio film, di solito sto già lavorando a qualcos’altro, e la mia attenzione è rivolta altrove. Mio papà diceva: “È tutta questione di buone abitudini, Jeff”. Io gli rispondevo: “No papà, bisogna vivere ogni istante come se fosse la prima volta”. E lui: “È un pensiero bellissimo, ma non è così che siamo fatti. Siamo esseri abitudinari. Tutto ruota attorno al crearsi dei ritmi”. Più invecchio e più capisco che aveva ragione. Si diventa ciò per cui ci si allena.

Quando eri giovane, hai ricevuto un consiglio che ti ha aiutato nella tua carriera?
Abbiamo perso da poco un regista meraviglioso, Michael Cimino. Quando stavo girando con lui Una calibro 20 per lo specialista, avevo poco più di 20 anni ed ero molto insicuro. Non mi sentivo come il personaggio che avrei dovuto interpretare. Un giorno dissi a Michael: “Se vuoi licenziarmi, fai pure”. Lui mi guardò e rispose: “Hai presente ‘Ce l’hai’, il gioco? Beh, adesso sei tu che ce l’hai”. Questa cosa mi ha dato un sacco di fiducia.

Se la prima frase del tuo necrologio facesse riferimento al Drugo, ti dispiacerebbe?
Oh, no. Sarebbe una figata. Sono fiero di quel film.

Quante volte al giorno ti chiedono del Grande Lebowski?
Giusto un paio di minuti fa ho firmato dei birilli da bowling per qualcuno. È una cosa normale. La gente mi porge delle cose e mi dice: “Disegna qualcosa! Disegna il Drugo!”. Credo che poi le vendano su eBay, o roba del genere.

L’intervista è stata pubblicata su Rolling Stone di novembre.
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