Che cos’è la felicità? Una domanda antica, a cui molti hanno cercato di dare risposta. Se per Tolstoj era volere sempre ciò che si fa e per Albano e Romina era un più raggiungibile bicchiere di vino con un panino, per i protagonisti di #Riccanza la felicità passa attraverso una boccia di Dompero – non a caso la sigla dello show è cantata da Il Pagante.
Da stasera, martedì 29 novembre, sette selezionatissimi rampolli di famiglie di industriali, banchieri e imprenditori racconteranno la propria vita fatta di eccessi e gite in elicottero davanti alle telecamere di MTV. Noi li abbiamo incontrati in centro a Milano (e dove sennò?) per farci spiegare cosa c’è dietro la scelta di partecipare a un programma di questo tipo, soprattutto dopo la messa in onda di Rich Kids, su Rai 2, sorta di documentario che ha scatenato moltissime polemiche. «È puro intrattenimento» risponde Nicolò Ferrari, abbronzatissimo 23enne studente di giurisprudenza e appassionato di politica (giura che in televisione segue solo i programmi di LA7). «Certo, la nostra vita è lussuosa. Ma in fondo abbiamo gli stessi problemi di tutti i ventenni, e in più, ognuno di noi si sta impegnando per costruire qualcosa». No, non stiamo parlando solamente di imperi immobiliari, ma di professioni, come quella di Farid Shirvani, simpatico 27enne italo-persiano figlio di costruttori, gestore di una società di intermediazione commerciale e che ci tiene a precisare che in #Riccanza non c’è solo l’esaltazione di uno stile di vita concesso a pochi ma «è tutto basato sulle nostre diversità».
Se spogliati dei loro Rolex e dei loro vestiti che ricordano un po’ il dress code del Rotary Club, questi ragazzi potrebbero anche essere sinceri. Purtroppo, al nostro incontro pomeridiano manca la punta di diamante dello show, Elettra Lamborghini, nipote di Ferruccio, già starlette MTV in Supershore (una sorta di Grande Fratello tra tamarri) e aspirante cantante.
Chiedo ai presenti come mai hanno scelto di partecipare a un programma sapendo che verranno massacrati dalla critiche, come è successo ai loro colleghi di Rai2: «Quello che pensano gli altri non ci preoccupa molto» mi risponde decisa Anna, Rich Kid veneta che nel programma viaggia in coppia con la conterranea Cristel Isabel Marcon: «Io voglio divertirmi». «C’è una dicotomia nelle critiche che riceviamo, almeno in alcune. Spesso derivano da un pizzico di desiderio di vivere quello che viviamo noi. Se una cosa non ti piace, basta non guardarla», aggiunge Nicolò, che la televisione la sogna da qualche tempo: «Ho partecipato a Ciao Darwin nella categoria “Belli”», mi dice mentre cerco di immaginarlo alle prese con il Viaggio Nel Tempo. Ma per alcuni gli ostacoli sono iniziati in casa, direttamente dai genitori: «I miei non erano contenti, ma alla fine ho vinto io» risponde Anna. Stessa cosa per quasi tutti i ragazzi, che hanno dovuto insistere un pochino prima di ottenere il benestare delle famiglie – e non tutte hanno voluto essere riprese: «È per via del lavoro che fanno. Mia sorella non ci sarà, ma mio padre sì» dice Nicolò.
Ragazzi ricchissimi, a cui però interessa anche la fama: «La televisione potrebbe essere un aiuto per lanciare la mia linea di gioielli», mi racconta Anna, ma un futuro da star del piccolo schermo non è da escludere: «Siamo multitasking». «La spesa più pazza che ho fatto? Probabilmente il mio Rolex» dice Farid, ma questa è una domanda a cui non tutti sanno rispondere: «Non saprei, capita spesso di spendere molto, diventa la normalità. Forse una festa che ho fatto a New York, in casa mia» mi confida Anna, amante dei viaggi come Nicolò, che gira il mondo da quando ha 4 anni ma che però non ha mai provato un interrail o il campeggio: «condizione fondamentale è avere un tetto sopra la testa». L’Indiana Jones del gruppo diventa automaticamente Tommaso Zorzi, 21 anni e una laurea in economia a Londra che, per colpa di un ex fidanzato un po’ taccagno, ha provato anche la tenda: «Mi è piaciuta».
Insomma, i ragazzi promettono che #Riccanza farà sorridere e non sarà qualcosa per cui scandalizzarsi. Li lascio con un’ultima domanda, di attualità, su cosa voteranno al Referendum Costituzionale del 4 dicembre. Le risposte sono super democristiane, ma ci tengono ad assicurarmi che voteranno dopo aver valutato la proposta di riforma, escludendo preferenze partitiche. Perché tanto, che si modifichi la Costituzione o no, l’imperativo resta solo uno: sbocciare.