Come ogni anno, con l’arrivo degli acquazzoni improvvisi e degli alberi fioriti, Milano viene benevolmente invasa da un flusso di migliaia di persone in occasione del Salone del Mobile, o Design Week come l’appuntamento viene nominato da qualche tempo. Creativi da tutto il mondo, manager, comunicatori e semplici curiosi in cerca di un aperitivo e di un soffio d’internazionalità, si spartiscono una città che in questi giorni di aprile mostra il suo lato più sveglio e aperto al mondo.
Quest’anno attraverso il grande bazar del salone abbiamo seguito la scia di Lexus, oggi il quarto produttore mondiale di automobili di lusso con 677 mila macchine vendute globalmente nel 2016, che da dieci anni collabora con la settimana dedicata al design allo scopo di raccontare la sua realtà sviluppata lungo quattro linee guida: estrema abilità artigianale (la tradizionale takumi giapponese), alte prestazioni, audaci soluzioni di design e innovazione tecnologica.
In occasione dell’edizione 2017 la visione di Lexus si è espressa attraverso la parola/concetto di “YET”, un approccio che il marchio giapponese concepisce come una vera e propria filosofia. Questa idea dello “YET”, del “MA” per intenderci, è la molla che spinge Lexus ad armonizzare situazioni contrastanti senza necessariamente scendere a compromessi, ma piuttosto attraverso la ricerca di effetti sinergici che combinano scopi apparentemente incompatibili tra loro – un esempio su tutti, creare macchine spaziose ma allo stesso tempo aerodinamiche.
“YET”. Automobili, quindi, certo, con track-day sulla pista di Arese dove mettere alla frusta i 477 cavalli della potente RC F e con la prova su strada del crossover RX Hybrid, ma anche una serie di dialoghi tra mondi solo apparentemente distanti fra loro. Il viaggio “YET” è effettivamente iniziato al palazzo della Triennale, luogo simbolo del design italiano su cui aleggia lo spirito di giganti come Franco Albini e Ettore Sottsass, con l’assegnazione del quinto Lexus Design Award (vinto con dal giovane designer giapponese Hiroto Yoshizoe con il progetto PIXEL) e con la presentazione dell’installazione creata dalla geniale Neri Oxman. Architetto, designer, inventore e professore associato con base al MIT Media Lab, Oxam è una donna in possesso di una visione di straordinaria ampiezza, finalizzata ad armonizzare il mondo naturale e le apparenti antitesi del mondo tecnologico.
La visita alla fabbrica Missoni di Subirago ha rappresentato un’altra tappa affascinante del viaggio, una dimensione in cui l’ordine prende forma dall’apparente disordine della creazione e dal conflitto. E di conflitti e opportunità, di pianti e di risate, di cinismo e tenerezza, sono intrisi i cortometraggi promossi da Lexus in associazione con The Weinstein Company. I film sono stati proiettati durante la serata finale presso il nuovo spazio Baxter, l’ex, dai milanesi amatissimo, cinema President, dove coerentemente è stato presentato anche il trailer di Valerian (in uscita nell’estate 2017) di Luc Besson, per cui Lexus, in collaborazione creativa con lo studio cinematografico EuropaCorp, ha sviluppato lo Skyjet, un mezzo del futuro contraddistinto da dettagli ispirati alle automobili Lexus.
La filosofia YET vive anche nello #Skyjet nel film di Luc Bresson, qui un prototipo. #Valerian #LexusDesignEvent #MilanDesignWeek pic.twitter.com/31FCz5wcLW
— Rolling Stone Italia (@RollingStoneita) 4 aprile 2017
Arriva la notte e torniamo sulle strade affollate degli aperitivi, con la sensazione di aver esplorato il caleidoscopio di un mondo non privo di contraddizioni, ma affascinante e aperto a nuove soluzioni come mai prima d’ora.