81. “Dallas” (1978-1991)
Sue Ellen Ewing: “Dimmi, J.R., con quale mignotta hai intenzione di passare la notte, oggi?”. J.R.: “Chiunque sia, sarà più interessante di quella che ho davanti in questo momento”. Che bel matrimonio. Un blockbuster tutto sesso e soldi che segue l’ascesa dei cattivissimi Ewing e del loro impero del petrolio in Texas, magistralmente guidato da Larry Hagman-J.R.. Dallas ha inventato la saga familiare in prima serata, aprendo la strada a tutto, dai Soprano a Empire. (ed. ita.)
82. “The Jeffersons” (I Jefferson) (1975-1985)
Sherman Hemsley e Isabel Sanford sono i numeri uno del quartiere, una coppia con un sarcasmo che non risparmia nessuno. George e Louise (originariamente vicini dei Bunker in All in the Family/Arcibaldo) sono andati a vivere nel loro appartamento ai piani alti, ma non hanno mai perso il loro atteggiamento da gente di strada. (ed. ita.)
83. “House of Cards” (2013-oggi)
Questo thriller politico di Netflix crea il concetto di “binge watching” grazie alla magnifica interpretazione di Kevin Spacey nel ruolo di Frank Underwood, un politico assassino di Washington che fa dei monologhi totalmente ipnotizzanti. (ed. ita.)
84. “Real Time with Bill Maher” (2003-oggi)
Negli ultimi 20 anni Bill Maher ha fatto arrabbiare i suoi nemici a ogni cambio di regime, con la sua satira politica e i suoi attacchi alla religione («Se le chiese non pagano le tasse, allora non possono neanche chiamare i pompieri»), alle spese militari e a ogni altro tipo di stronzata bigotta.
85. “The Real World” (1992-oggi)
L’origine del virus dei reality che invaderà gli schermi televisivi. Famoso in tutto il mondo, questo show di MTV del 1992 mette insieme in un appartamento degli sconosciuti che passano il tempo a litigare, andare a letto e piangere, con la promessa di mostrare: “Quello che succede davvero quando le persone smettono di essere educate, e iniziano a diventare se stesse”.
86. “Good Times” (1974-1979)
Il clan afroamericano degli Evans vive nelle case popolari di Chicago. Una delle migliori famiglie televisive di sempre (e una di quelle con cui il pubblico americano si identifica di più), uscita dalla stessa ondata “black” che ha creato Sanford and Son e What’s Happening!!.
87. “Doctor Who” (1963-oggi)
Una serie di fantascienza britannica che continua ad affascinare anche mezzo secolo dopo il suo debutto sulla BBC, grazie all’alieno signore del tempo che si fa chiamare Il Dottore e viaggia con TARDIS, la macchina del tempo. La serie ha la capacità di rinnovarsi continuamente: oggi nel ruolo del 12esimo Dottore c’è Peter Capaldi. (ed. ita.)
88. “Party Down” (2009-2010)
La grande Lizzy Caplan e Adam Scott guidano un gruppo di aspiranti attori di Hollywood falliti che, per mantenersi, fanno i camerieri alle convention di pornostar, alle riunioni di ex alunni del liceo e in altre situazioni disastrose. Un capolavoro sottovalutato.
89. “Homeland” (2011-oggi)
15 anni dopo My So-Called Life, Calire Danes fa un grande ritorno in tv nei panni di un’agente della CIA, in questa serie sulla lotta al terrorismo trasmessa da Showtime. Nonostante alcune follie nella sceneggiatura, e grazie alla tranquillizzante onnipresenza della folta barba di Mandy Patinkin, Homeland diventa un inaspettato successo. (ed. ita.)
90. “The Dick Van Dyke Show” (Le pazze storie di Dick Van Dyke) (1961-1966)
Nei panni dei coniugi Petrie, Dick Van Dyke e Mary Tyler Moore sono la risposta televisiva a JFK e Jackie. Il signore della commedia Carl Reiner mette tutta la sua esperienza in questo racconto della vita di uno sceneggiatore televisivo, trasformandola in una metafora perfetta della vita domestica in generale. (ed. ita.)
91. “Broad City” (2014-oggi)
Abbi Jacobson e Ilana Glazer hanno creato un sublime modello che vedremo spesso negli anni a venire: due amiche che non crescono mai, non imparano nulla e non riescono a realizzare niente. L’unica cosa che fanno è prendersi cura l’una dell’altra e cogliere l’attimo. Regalando alcuni dei momenti più esilaranti della tv (per esempio nell’episodio in cui Abbi chiede a Ilana come usare un dildo con un uomo). (ed. ita.)
92. “American Idol” (2001-2016)
La competizione canora più scintillante della tv, che ci ha regalato dei pazzoidi come Simon Cowell, il giudice cattivo con la maglietta a V, e Paula Abdul, che ama tutti i concorrenti solo perché inseguono il loro sogno. Dopo aver perso i suoi giudici originali nel 2009 è diventato pessimo, ma ha lanciato star come Kelly Clarkson e Adam Lambert.
93. “Mystery Science Theater 3000” (1988-1999)
Un inserviente del Gizmonic Institute e i suoi amici robot imprigionati da uno scienziato folle su un satellite guardano alcuni dei peggiori B-movie di fantascienza mai realizzati, e li commentano per non impazzire. La strana idea di Joel Hodgson diventa una delle commedie di culto più longeve della sua epoca.
94. “Jeopardy!” (1964-1975), (1984-oggi)
Il quiz televisivo più duraturo, ingegnosamente costruito e con cui andare avanti all’infinito? Un sopravvissuto dell’era dei giochi a premi, condotto dall’elegantissimo (anche ora che non ha più i baffi) Alex Trebek. Volendo si può ancora giocare ogni sera.
95. “Key & Peele” (2012-2015)
Jordan Peele e Keegan Michael Key, oltre che grandi comici, sono anche capaci di toccare argomenti tabu come gli stereotipi razziali, la teoria gender e la
pratica erotica dello spanking. Il modo esilarante di affrontare le nevrosi maschili è la loro arma più letale. E l’Obama’s Anger Translator, il traduttore che dice quello che il Presidente Usa pensa veramente, potrebbe diventare la cosa che ci mancherà di più di Barack Obama.
96. “Gunsmoke” (1955-1975)
Il genere western è un punto fermo dei primi 50 anni di tv, da Cartwright a Bonanza. Questo western però dura più di qualunque altro show nell’era pre-Law & Order: 20 stagioni, con James Arness nel ruolo dello sceriffo Matt Dillon.
97. “Portlandia” (2011-oggi)
Il tema della sigla The dream of the Nineties Is Alive in Portland diventa subito un classico della satira sullo stile di vita neo-bohémienne (“Portland è un posto dove i giovani vanno in pensione”). Ma chi poteva immaginare che il geniale duo formato dai veterani del SNL Fred Armisen e la chitarrista delle Sleater-Kinney, Carrie Brownstein, sarebbero riusciti a prendere in giro gli hipster così a lungo?
98. “The Golden Girls” (Cuori senza età) (1985-1992)
Quattro vivaci anziane vivono insieme in una casa di Miami, mangiando cheesecake e corteggiando i gentiluomini locali. Ognuna di loro ha vinto un Emmy perché ha qualcosa di speciale: Bea Arthur è la cinica Dorothy, Betty White è la dolce ma stupida Rose, Rue McClanahan è la bomba sexy Blanche (“Sono più irrequieta di una vergine a un rodeo in prigione!”) ed Estelle Getty è l’angelo vendicatore siciliano Sophia Petrillo. (ed. ita.)
99. “Oz” (1997-2003)
Il dramma carcerario HBO che mostra la vita reale dietro alle sbarre di un carcere americano di massima sicurezza: coltellate, violenza sessuale, scontri razziali. Brutale e violento, Oz era fin troppo scioccante per la sua epoca, e continua a esserlo ancora oggi.
100. “Eastbound and Down” (2009-2013)
Danny McBride crea un anti-eroe americano senza tempo: Kenny Powers, ex giocatore di baseball costretto a tornare nella sua città natale per trovare redenzione come insegnante di educazione fisica. Probabilmente l’unico show nella storia della tv in cui una scena di un’overdose si svolge sulle note di Walk Like an Egyptian.