Alterazioni Video è un collettivo formato da cinque artisti: Paololuca Barbieri Marchi, Alberto Caffarelli, Matteo Erenbourg, Andrea Masu e Giacomo Porfiri. La loro collaborazione è nata nel 2004, vivono in giro per il mondo e sono in contatto solo via Gmail, Skype e ogni programma, applicazione o mezzo che gli permetta di comunicare ma solo ed esclusivamente tramite immagini.
Il loro primo lavoro risale al 2004, si chiama LEGAL SUPPORT fund raising, un’installazione a più schermi su cui passa il remix di una serie di video selezionati da un archivio di filmati legati al G8 di Genova, creata grazie ad una raccolta fondi organizzata con il Legal Support, per sostenere un gruppo di ragazzi sotto processo per i fatti di cronaca accaduti in quell’occasione. Osservando le opere, le performance e le installazioni del collettivo sembra che il punto di partenza delle loro ricerche sia spesso legato al sociale, alla censura, a qualcosa di presente nelle vite di tutti ma che per diversi motivi non è evidente, per scelta o per imposizione. Alterazioni Video trova una maniera di portare agli occhi di un pubblico più ampio proprio queste tematiche.
Dal 2004 non si sono più fermati, il loro lavoro è stato esposto in Italia e all’estero. Nel 2007, in occasione di una loro mostra personale in Cina, hanno prodotto “Night Talks Of The Forbidden City”. Progetto nato dopo la scoperta di una lista di più di 2000 ideogrammi cinesi di uso comune vietati nel linguaggio telematico, email, motori di ricerca e applicazioni di messaggistica. Alterazioni Video ha rimesso questi termini “in circolazione”, stampando le frasi incriminate su 3.000 sacchetti di plastica, in lingua inglese e cinese, e li ha distribuiti gratuitamente per le strade di Shanghai, con l’intenzione di ripristinare il loro completo potenziale comunicativo. Oltre a questo Alterazioni Video ha creato dei tappeti, ispirandosi al lavoro di Alighiero Boetti, su cui erano presenti dei messaggi crittografati, che era possibile scoprire scatttandogli una foto con uno smartphone e inviandola poi ad uno specifico software per decodificare i messaggi, consentendo così agli artisti di veicolare informazioni proibite attraverso il sistema artistico nei musei cinesi.
Nello stesso anno, per la 52 ° Biennale di Venezia, il gruppo ha mostrato “Painting”, un progetto video che documenta la stratificazione continua di scritte e cancellazioni lungo le pareti esterne del carcere di San Vittore a Milano. Scritti, immagini e tentativi di censura diventano gli elementi linguistici di una sola parola, una grande pittura che documenti, nel suo progresso, la vita di una comunità.
L’ultimo progetto si chiama “Incompiuto – la nascita di uno stile”. Si tratta del censimento di tutte le opere pubbliche italiane rimaste incompiute, appunto, grazie a cui hanno scoperto un nuovo stile architettonico. La ricerca è nata nel 2007 e si è conclusa nel 2017. Grazie ad una campagna di raccolta fondi su KickStarter (ancora attiva), nel 2018 pubblicheranno un libro pensato come se fosse una guida turistica attraverso l’Italia incompiuta con mappe, infografiche, saggi e fotografie.
Per farci raccontare l’inizio e l’evoluzione di questo progetto abbiamo incontrato la cellula milanese di Alterazioni Video.
Com’è nato Incompiuto?
È cominciato nel 2007 a Giarre, cittadina di 27mila abitanti in provincia di Catania. Il comune italiano con il più alto numero di opere pubbliche incompiute. Capitale mondiale di quello che è sempre stato considerato una vergogna, qualcosa da nascondere.
Siamo passati di lì in vacanza, già incuriositi da questo fenomeno. Eravamo con un’amica del posto e grazie al Gabibbo, che era stato lì per Striscia La Notizia, sapevamo già ci fossero varie opere incompiute. Riusciamo a trovarle per conto nostro dopo lunghe ricerche perché agli abitanti del posto non sapevano dove fossero questi luoghi, li avevano in qualche modo rimossi.
Immediatamente percepiamo queste architetture come dei luoghi incredibili, posti magnifici, di una creatività assoluta, romantici, visionari. Una delle strutture più importanti che abbiamo trovato lì è stato lo stadio da polo di Giarre, già assurdo di per sè, perché a quanto pare in Italia sono in 100 a giocare a Polo. Questo stadio era stato progettato per ospitare 100mila spettatori ma il luogo è troppo ripido per essere messo a norma, quindi non solo non potrà mai essere uno stadio di polo ma non potrà mai essere uno stadio in generale, perché non ha le caratteristiche richieste. Da qui in poi abbiamo realizzato che spesso il motivo del non finito è dato proprio da una errore progettuale, motivo per cui le costruzioni si interrompono. A Giarre 2 su 10 hanno questo problema progettuale di base. Demolire questo genere di infrastrutture è costosissimo e quindi rimane così.
Data l’impossibilità di questi luoghi di essere architetture e di avere una funzione abbiamo cominciato a vederli come sculture, monumenti.
Trattandosi di posti non vissuti dall’uomo, a parte per scopi “ludici”, vedi usarli per farci graffiti, andarsi a fare le canne indisturbati o nasconderci qualcosa, ma mai per quello per cui erano stati pensati, sono stati invasi dalla natura. Per esempio in quello che sarebbe dovuto essere il centro polifunzionale di Giarre c’è un cactus gigante, abbiamo chiesto ad un esperto quanti anni potesse avere e ci ha risposto che ha almeno 30/35 anni, è nato da una fessura nel cemento.
“Incompiuto” è nato principalmente dal contrasto della percezione di vergogna che hanno gli abitanti dei luoghi che ospitano queste opere e la nostra che invece è stata una visione di qualcosa magnifico e speciale. Come uno skater che in un gradino vede il salto della vita o come un raver avrebbe potuto vedere lo stesso luogo come uno scenario perfetto per una festa. Per noi è stato lo stesso. Da qui è cominciata la nostra ricerca e ci siamo resi conto che in Italia di opere pubbliche incompiute ce ne sono una quantità infinita.
Intervallo from Alterazioni Video on Vimeo.
Come avete strutturato la vostra ricerca per trovare le altre opere pubbliche incompiute in Italia?
Siamo stati i primi a fare un vero e proprio censimento delle opere pubbliche, sottolineo pubbliche perché poi c’è il privato che è ancora un’altra storia. Abbiamo iniziato raccogliendo articoli di giornale, all’inizio abbiamo usato molto Striscia la Notizia.
Siete riusciti ad individuare un periodo storico a cui fanno riferimento questo tipo di costruzioni?
La più antica in Italia è l’idrovia Padova-Venezia che è degli anni ‘20/’30, però c’è un’età d’oro che è tra gli anni ’70 e l’inizio degli anni ’90. Era una vera e propria forma di fabbricazione del consenso, un metodo utilizzato dai politici per avere fondi dal mezzogiorno, costruire e quindi distribuire ricchezza facendo lavorare maestranze del luogo. Era un sistema politico-economico che ha dato da lavorare a tantissime persone, basato su l’assurdo e sul lavoro per il lavoro. Fino ad ora abbiamo contato 650 opere pubbliche incompiute in tutta Italia, di cui 350 in Sicilia, ma non sappiamo ancora quante altre ce ne sono, non è una mappa definita, a volte aumentano, altre volte alcune le completano.
Nel visitarle abbiamo identificato una certa serialità in queste costruzioni, nei materiali e nelle forme. Ci siamo resi conto che potevamo parlare di uno stile architettonico, anche se i progettisti non ne erano consapevoli in principio. Con questo progetto vorremmo che l’Incompiuto entrasse nel vocabolario italiano come uno degli stili più utilizzati in Italia nel secondo dopoguerra. Il nostro scopo è di promuovere lo studio e la ricerca sullo stile architettonico Incompiuto in Italia.
Dopo una prima fase di fascinazione puramente estetica abbiamo cominciato a pensare a delle riprogettazioni delle costruzioni non finite, coinvolgendo anche degli architetti. Vorremmo quindi riuscire a cambiare la percezione di questi luoghi rendendoli fruibili. Continuo con l’esempio di Giarre dove vorremmo riuscire a creare un parco archeologico, con un percorso in sicurezza che permetta agli stessi turisti che vanno a vedere il Teatro Romano di Catania di visitare le opere incompiute di Giarre. Quando abbiamo parlato per la prima volta di questo progetto al sindaco ci ha preso per dei fulminati. Poi è entrato a far parte della nostra ricerca il fotografo Gabriele Basilico, ha scattato alcuni di questi luoghi con il banco ottico, allora hanno cominciato a prenderci in considerazione. Avere la possibilità di far fotografare queste situazioni a dei professionisti, con un certo amore e una certa cultura, gli restituisce una dignità artistica, architettonica e storica.
Alterazioni Video ok le opere incompiute, ma avrete anche altre passioni. Per esempio, che musica ascoltate?
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