In questi giorni vi stiamo raccontando tutto quello che sta succedendo a Venezia, trasformata in un gigantesco red carpet e illuminata dalle tantissime stelle del cinema arrivate nella laguna per la Mostra del Cinema.
Fra gli ospiti più attesi sicuramente le tre leggende viventi del cinema hollywoodiano: Matt Damon, Julianne Moore e il ‘divo’ George Clooney, che alla settantaquattresima edizione del Festival ha portato la sua ultima fatica, Suburbicon. Sono stati infatti proprio i due protagonisti, Damon e Moore, a raccontarci del sesto film da regista del collega, nato su una sceneggiatura scritta dai fratelli Coen negli anni ’80, con l’attrice che non ha risparmiato complimenti destinati al Clooney-cineasta, mentre Damon non ha resistito, lanciando qualche frecciatina indirizzata all’amico di una vita.
Suburbicon è una dark comedy in perfetto stile Fargo che racconta il lato oscuro dietro l’America degli anni ’50, dove dietro i giardini ben curati dei quartieri residenziali per ‘brave famiglie bianche’, l’odio razziale nasconde l’efferato omicidio ideato dal vicino di casa perfetto (Matt Damon) ideato insieme alla gemella della moglie entrambe interpretate da Julianne Moore) per intascarsi i soldi dell’assicurazione.
Un film capace di raccogliere tutti i colori dei fratelli Coen nel loro mettere a nudo l’ipocrisia americana, reinterpretata in chiave politica da Clooney che, come sottolinea Matt Damon, ha voluto che i suoi protagonisti si ispirassero al motto “Make America Great Again” sbandierato da Trump proprio come ‘omaggio’ a quell’America bianca e piena di contraddizioni dell’era Eisenhower: «Che era grande sì, ma solo se eri caucasico, maschio ed eterosessuale», ha commentato Clooney.