Doug Liman: «Solo Tom Cruise poteva fare 'Barry Seal'» | Rolling Stone Italia
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Doug Liman: «Solo Tom Cruise poteva fare ‘Barry Seal’»

Il creatore della saga cinematografica di Jason Bourne ci parla del suo ultimo film

tom cruise in barry seal

Barry Seal: una storia americana racconta le incredibili avventure di un pilota di linea che negli Ottanta viene reclutato dalla CIA per consegnare segretamente armi ai Contras (la nostra recensione qui). E Seal, uomo d’affari, per pagarsi il ritorno inizia trasportare cocaina negli Stati Uniti per conto di Pablo Escobar. Doug Liman, già fautore della saga cinematografica di Jason Bourne, la spia senza memoria creata dalla penna di Robert Ludlum, romanza il tutto e vira sulla commedia, affidando a Tom Cruise il compito di rendere affascinante questo discutibile avventuriero. E noi abbiamo fatto una chiacchierata con lui per capire perché.

Mr. Liman, Barry Seal: una storia americana è un grande film, e in questo periodo anche molto importante, visto il momento storico che sta attraversando il suo paese.
Grazie, e sono convinto anche io che la pazzesca e oltraggiosa storia di Barry Seal sia molto importante da raccontare oggi. Parlando dell’America di questi giorni, credo sia fondamentale adesso più che mai avere la capacità di saper ridere di noi stessi, perché è il modo di poter affrontare e analizzare le cose il più lucidamente possibile. Quello che è successo negli anni Ottanta, e in cui Barry fu incredibilmente coinvolto, era estremamente drammatico, ma anche paradossale, e rivedere oggi i servizi dell’epoca fa quasi ridere, perché davvero era da non crederci. Ma a Washington sono successe tante cose di cui si dovrebbero vergognare.

Insomma, come spesso avviene, la realtà supera la fantasia.
Esatto, è quello che è successo anche con The Bourne Identity in qualche modo, un film per cui mi sono molto ispirato alle pellicole di spionaggio degli anni Settanta, ma quando il franchise è andato avanti mi sono accorto di quanto sempre più reale diventasse. È un aspetto del cinema e della vita che mi ha sempre interessato. Anche nel mio primo film, Swingers, in fondo era così. Una coppia di amici che vanno in giro per Los Angeles in cerca di sesso, una storia grottesca e malinconica per molti versi, e proprio per questo facile da trasformare in commedia, e che nel giro di pochi anni sarebbe diventata la normalità.

Lavorare con Tom Cruise ha reso il processo più semplice, immagino.
Credo che Tom sia una delle pochissime vere grandi star del cinema mondiale ancora in circolazione, soprattutto perché sa quanto potere ha un buon film di ispirare e influenzare positivamente il pubblico. Quando abbiamo iniziato a lavorare insieme su Barry Seal, le nostre prime conversazioni ruotavano attorno a un punto fondamentale. Mi chiedeva se volevo che il film fosse comico, divertente o intelligente. Gli ultimi due fattori combinati sono la formula vincente, ma senza Tom sarebbe stato molto più difficile.

Droga, scandali governativi, gli anni Ottanta sono stati un decennio molto difficile per il suo paese. Trent’anni dopo le cose sono cambiate, escludendo ovviamente il vostro nuovo presidente?
Sono diverse, possono accadere cose più o meno gravi rispetto allora, ma c’è una costante importante, ed è che i governi sono fatti da persone, e le persone sono fallibili e commettono errori. Sicuramente Barry Seal non potrebbe fare tutto quello che ha fatto. Lui e gli altri piloti che operavano in quegli affari era come se volassero nel selvaggio West di cento anni prima, potevano fare quasi tutto ciò che volevano. Oggi sarebbe impossibile.

In effetti il film ha una struttura molto western.
Perché lo è, al posto dei cavalli ci sono gli aeroplani. E soprattutto è un film su persone normali che possono avere vite eccezionali. Barry Seal era un pilota di compagnia di linea, che viene contattato dalla CIA e finisce col vivere grandi avventure. In quegli anni era possibile, non è una storia di supereroi e non racconto di ciò che accade in una galassia lontana lontana. È solo la storia incredibile di un uomo.

Ultima domanda. Bourne, i coniugi Smith, Jumper, Fair Game. Lei è ossessionato dalle spie. Perchè?
Perchè sono affascinato dalle persone che fanno finta di essere qualcuno altro o che non si rendono conto di essere qualcun altro. E sono quelle le persone destinate a vivere le grandi avventure, che sono l’altra mia grande passione. Così come mi piace far sembrare i miei personaggi agli occhi del pubblico persone diverse rispetto a ciò che sono, proprio come Barry. E in questo ti aiuta anche l’attore con cui lavori, è così con Matt Damon in Bourne, è così in questo caso. Perché diciamocelo, quale altro attore sarebbe riuscito a rendere l’eroe degli spettatori un uomo che ha importato droga negli Stati Uniti per conto del Cartello di Medellin e armi in Nicaragua per conto della CIA? Solo Tom Cruise.

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