Colapesce, leggi la recensione di ‘Infedele’ | Rolling Stone Italia
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Colapesce, dieci anni di indie per un ‘Infedele’

Da Iosonouncane a Cosmo, il terzo album del cantautore siciliano raccoglie il meglio della scena italiana per un lavoro convincente

Foto di Elena Fortunati

Nel 2015, quando uscì DIE di Iosonouncane, un po’ tutti ci accorgemmo che avrebbe riallineato i paradigmi dell’indie italiano su nuovi nastri di partenza per gli anni a venire, soprattutto in termini di produzione. Bastano all’incirca i primi dieci secondi di Infedele per confermare questa tesi, senza bisogno di sapere che è stato proprio Jacopo Incani a produrre il terzo album di Colapesce, che si fa notare per un’ottima qualità dei suoni, un timbro omogeneo per tutta la breve tracklist, composta da otto canzoni che remano nella stessa direzione.

La prima pagaiata è Pantalica, che al tempo stesso è il pezzo più incaniano, battistiano e coraggioso del disco, forse proprio per questo probabilmente anche il più bello, di sicuro il più interessante, a partire dal beat, dalle spippolate sugli effetti, la melodica linea vocale, fino all’assolo di sax e al contesto della necropoli vicino a Solarino dove è ambientata. Una partenza col botto che poi perde progressivamente inerzia, o meglio, si dissolve lasciando emergere gli aspetti più tradizionali sia del formato canzone che delle tematiche indie.

Colapesce - Ti attraverso (Audio Ufficiale)

E quindi arrivano singoli col ritornello radiofonico (Ti attraverso e Totale), arrivano gli aperitivi a Milano, i synth giocattolo e brani classici – chitarra acustica e voce (Decadenza e panna) – per i fan nostalgici della prima ora. Torna la mano di Incani in Vasco da Gama, una ballata marina che si apre con un’arpa, si poggia su una nube di sintetizzatori, lascia spazio a un bell’assolo di chitarra classica in stile fado e si chiude con dei coretti che ricordano i sample vocali di Stormi & co.

Foto di Elena Fortunati

Insomma se è vero che in un decennio l’indie italiano ha vissuto più ondate del femminismo, si può dire che Infedele è il risultato di un tributo e un compromesso tra tutte queste. Dentro si trovano quasi tutti i riferimenti necessari, ci sono i primi e incompresi Amor Fou, c’è Dente, c’è Cosmo e Di Martino, che ha anche collaborato concretamente alla stesura di alcuni brani. Il pregio di Infedele è che non ha la pretesa di diventare altro da tutto questo. Ma c’è l’intenzione di farlo bene.

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