Phantom Thread, l’ottavo film di Paul Thomas Anderson, sarà l’ultimo in cui vedremo recitare Daniel Day-Lewis, l’attore tre volte premio Oscar – l’unico ad aver conquistato tre statuette nella storia dell’Academy – nella nuova pellicola del regista di Vizio di forma interpreta il celebre sarto Reynolds Woodcock, scapolo impenitente che si innamora della giovane Alma (Vicky Krieps).
L’attore, lo scorso giugno, ha annunciato il suo ritiro dal mondo del cinema, e ha spiegato le sue ragioni in una recente intervista per W Magazine. «Prima di iniziare le riprese non sapevo che avrei smesso. Io e Paul ridevamo molto prima di fare il film, poi abbiamo smesso perché ci siamo sentiti sopraffatti da una grande tristezza. Ci ha sorpreso, perché non sapevamo cosa avevamo creato, è difficile convivere con quel film».
L’impulso di smettere si è radicato in profondità, è diventata una scelta compulsiva. Lo dovevo fare. Mi sento meglio? Non ancora, sono molto triste
Non è la prima volta che Day-Lewis annuncia il suo ritiro, ma sembra che la sua decisione sia definitiva: «Non voglio vedere Phantom Thread, e il perché è lo stesso che mi ha portato a smettere di recitare. Non mi piace abusare della parola “artista”, ma devo dire che ho sentito una certa responsabilità. Io devo credere in quello che faccio, il lavoro deve sembrarmi vitale. Un tempo mi bastava che il pubblico mi trovasse credibile, ora non più. L’impulso di smettere si è radicato in profondità, è diventata una scelta compulsiva. Lo dovevo fare. Mi sento meglio? Non ancora, sono molto triste. Sarebbe strano se non lo fossi, recito da quando ho 12 anni, per me era una questione di salvezza. Ora posso esplorare il mondo in un modo diverso».