Recuperate un’immagine di George Harrison nel 1967 al Golden Gate Park di San Francisco per lo Human Be In, evento che avrebbe anticipato la Summer of Love: a parte gli occhiali da sole a cuore e la sigaretta in bocca, quella che indossa il chitarrista dei Beatles è la Trucker Jacket Type III. «Non puoi disegnare un’icona. Sono le persone che portano quel capo in momenti unici a renderlo iconico». Parola di Jonathan Cheung, Levi’s® Global – Head of Design. «Da Harrison fino a Cobain, Run DMC e, oggi, Rihanna e Kanye West: tutte le star della musica hanno customizzato questa giacca che è molto più di un fashion item: ha una connessione culturale fortissima».
La musica è espressione di mondi, vite, valori: «E come racconti tutto questo fisicamente, se non attraverso il look? Basta guardare all’inizio della pop music, agli albori del rock’n’roll con Eddie Cochran, poi Elvis, i Beatles, il punk- rock, il grunge e l’hip hop». Secondo Jonathan, cresciuto professionalmente a Milano con Franco Moschino e Giorgio Armani, un design per diventare di culto deve essere indossato e non “indossare”, avere un legame profondo con i giovani di diverse generazioni. Ed evolversi: «Il segreto è giocare, essere curiosi, sperimentare».
Thegiornalisti, Janet Fischietto, Finnano Fenno, Arturo Muselli aka Sangue Blu di Gomorra celebrano i 50 anni della Trucker Jacket Type III di Levi’s – Foto di: Toni Thorimbert
Per i 50 anni della Trucker Jacket Type III, che coincidono con l’anniversario di Rolling Stone, abbiamo affidato a quattro nomi dello showbiz la customizzazione del capo, che sarà riprodotto in tre copie: una verrà messa all’asta e il ricavato devoluto alla
Safe Heart Onlus, per dare speranza ai bambini cardiopatici dei Paesi in via di sviluppo.
Arturo Muselli a.k.a. “Sangue blu” di Gomorra
Arturo Muselli indossa la Trucker Jacket di Levi’s. Foto di: Toni Thorimbert. Style
Il suo Enzo “Sangue blu”, barba lunga e occhi glaciali, è la new entry della terza stagione di
Gomorra – La Serie, «un personaggio molto fisico che vuole riprendersi quello che apparteneva alla sua famiglia. Ho pensato a lui come a un felino: entra in scena con un balzo».
Chi meglio di Arturo Muselli, il nuovo volto della serie italiana più amata al mondo, per interpretare la mitica Trucker Jacket di Levi’s®? «Ho personalizzato questa giacca iconica con qualcosa che è sulla mia pelle. Mi sono tatuato la bombetta, che è il logo della compagnia con cui faccio teatro in inglese, ma anche il cappello che più mi rappresenta, perché mi riporta a Chaplin, a Stanlio e Ollio, a quel tipo di comicità e leggerezza».
Arturo debutta con
Le conseguenze dell’amore di Paolo Sorrentino, poi un po’ di tv, la laurea e un periodo di stop. «Qualcuno mi ha detto: “Non aspettare il treno, guidalo tu”, e sono andato a Londra. Tornato in Italia ho fondato The Hats Company e le energie finalmente si sono mosse». Mentre era sul set de La tenerezza di Gianni Amelio, è arrivato il primo provino per Gomorra.
La Trucker Jacket è legata a doppio filo alla musica da sempre. E Arturo impazzisce per i cantautori irlandesi come Damien Rice e Glen Hansard: «Ripenso a quando andavo a Covent Garden e mi sedevo a terra per ascoltare gli artisti di strada. Era il mio rito».
Thegiornalisti
I Thegiornalisti celebrano i 50 anni della Trucker Jacket Type III di Levi’s – Foto di: Toni Thorimbert
C’è un uomo nel panorama indie a cui una giacca di jeans sta meglio di Tommaso Paradiso? Con quell’aria un po’ così, quello sguardo un po’ così, il romantico frontman dei Thegiornalisti (nelle foto in alto a sinistra i membri della band: Marco Antonio Musella, Tommaso Paradiso e Marco Primavera, ndr) è fatto apposta per la Trucker Jacket Type III di Levi’s. Sarà che il suo stile è ritagliato su misura per questo tipo di icone, figlie dei tempi passati. «Ognuno ha il suo touch, diciamo. La stessa maglietta a me sta in un modo, a te in un altro. È quello che ci differenzia, anche quando indossiamo un pezzo classico, come questa giacca». Che, nata 50 anni fa, guarda al passato senza perdere un colpo. Un po’ come il suono della band di Paradiso, che riecheggia di anni ’80. «Sono l’unico decennio che non se ne andrà mai. Un capo torna un anno, uno torna quell’altro, ma gli anni ’80 sono ovunque. Le ragazze con i jeans a vita alta, le magliettone infilate dentro… Fa tutto parte di quell’immaginario». Da lì arriva anche la scelta di ospitare sul palco dell’Home Festival Jerry Calà. «C’è una foto con lui, Smaila e compagnia di quegli anni, che è incredibile. Yuppies ha segnato una generazione. Ma il film a cui ruberei tutto il guardaroba è Tre scapoli e un bebè, quello con Tom Selleck. Vorrei tutto, di quel film».
Janet Fischietto
Janet Fischietto celebra i 50 anni della Trucker Jacket Type III di Levi’s – Foto di: Toni Thorimbert
È vestita di glitter e pelle (eco), e ancora prima di entrare nel suo personaggio – indossare la sua maschera, dirà – Janet Fischietto emana un’eleganza sensuale, d’altri tempi. Chi meglio di lei, che vive con lo sguardo rivolto al passato, poteva essere chiamata per mettere la sua creatività al servizio della Trucker Jacket Type III di Levi’s, una delle chiavi di lettura del XX secolo? «Un’icona incide sulle masse, ispira le persone: deve essere originale, ma vivere e respirare in una determinata cultura», racconta Janet. «Se dovessi scegliere un simbolo prenderei la donna tatuata di inizio secolo: a livello visivo è bellissima, e in più c’è uno storytelling, puoi leggere il suo racconto». E visti i tatuaggi che hai, qual è la tua storia? «È il mio amore per il circo, le fiere, le sirene, un mio autoritratto sul trapezio…». Ma più di ogni altro, c’è un tatuaggio che per Janet è una vera icona. «Una giarrettiera con la pistola, con quello sono stata una trendsetter. Quelle che vedi ora sono tutte delle brutte copie», sorride. La forza sensuale di Janet è affascinante proprio perché capisci che dietro c’è una grande ricerca. «Ogni mio show è legato a un personaggio, a una trasformazione. La mia ispirazione è l’artista francese Claude Cahun: “Sotto una maschera un’altra maschera, non smetterò mai di svelare questi volti”».
Finnano Fenno
Finnano Fenno celebra i 50 anni della Trucker Jacket Type III di Levi’s – Foto di: Toni Thorimbert
Quando abbiamo pensato di coinvolgerlo in questo progetto, ci siamo chiesti quale diavoleria si sarebbe inventato. E infatti è arrivato con un’emoji 3D (la lingua va su e giù muovendo il ciuffo viola) e delle lucine a sottolineare le cuciture della Trucker Jacket di Levi’s®. «Ho provato anche a dipingere», confessa. «Ma il feltro dava un effetto tattile, è denso e grezzo». Finnano Fenno è il nome d’arte di Carlo Giardina: siracusano del ’90, ha collaborato anche con il nostro cover boy di ottobre Ale Cattelan per EPCC, che ha animato con ritratti coloratissimi. «Parto quasi sempre dagli occhi, il simbolo per eccellenza di ogni iconografia religiosa e non. Forse semplicemente perché non vedo nulla senza lenti a contatto». Ma i punti di partenza di Finnano Fenno sono altri. «Sono appassionato di street art, quindi il primo nome a cui mi sono ispirato è Keith Haring. Poi direi Millo, un mio amico, che mi ha spinto a provare con strumenti diversi dal computer. Come terzo, Axl Rose: la sua decadenza è il motivo per cui è un vero mito».