La verginità all’asta e la donna, il cavalier, l’arme, gli amori, le audaci imprese; la realtà virtuale e il live action; il sogno di pixel e l’incubo della realtà. Il neorealismo e il fantasy. Il corpo nudo come armatura, l’anima che si spoglia quando è dentro un avatar. Youtopia è un’opera emozionante, sexy, piena di tenerezza e ferocia, fugge dalla realtà per raccontarla meglio di chiunque altro.
Pochi sanno che Berardo Carboni, il regista, è tra quelli che hanno fatto un film su Berlusconi: il più surreale, il meno scontato, e anche in Shooting Silvio era analizzato il tema del doppio, di una vita in prestito e di mondi alternativi. Lì ci si trovava nel paradosso di una morte negata, qui di una vita doppia, magistralmente interpretata da Matilda De Angelis, cantante e musicista prestata al cinema. Per fortuna, perché il talento di questa ragazza è spiazzante, la sua capacità di riempire il cuore e la mente di chi guarda, di dominare la scena anche nei momenti più difficili e in un ruolo bello ma scomodo come questo è sorprendente.
Merito di Berardo Carboni che si butta in questa storia senza rete e percorre due grammatiche diverse sapendo renderle complementari, di un cast che non ha paura – la Finocchiaro di essere così fragile, Haber della meschinità che incarna, quei comprimari, da Lionello a Villoresi, che impreziosiscono il racconto – e di un lavoro certosino sull’estetica del film, tanto in quell’appartamento in cui Matilde (dal nome quasi uguale a quello della protagonista) perde l’anima e vende il suo corpo ad arrapati seriali su una webcam, che sulla second life in cui Matilde, sullo stesso pc, la riconquista, insieme alla poesia.
Youtopia è tutto quello che non vi aspettate: un film italiano a cui non potete dire che, come al solito, è due camere e cucina. Perché è molto di meno, eppure ci costruisce dentro un universo. Un film romantico, ma anche un dramma impietoso. Un film nuovo e diverso, finalmente.