E se dividessimo l’anno solare a metà, così da scegliere i film migliori solo tra quelli usciti prima dell’inizio di luglio? Certo, dovremmo considerare un sacco di monnezza, da Action Point a 50 Sfumature, da Gotti a Superfly. Ma niente panico: non è vero che ha fatto tutto schifo, è tutto nella vostra testa. Questo 2018 ci ha regalato parecchi gioiellini che brillano nel fango di Hollywood.
Innanzitutto c’è Ryan Coogler, il regista guida la carica con il suo Black Panther, il primo film Marvel ad attirare davvero l’attenzione della giuria degli Oscar. Poi Toni Collette (Hereditary), Ethan Hawke (First Reformed), Emily Blunt (A Quiet Place) e Joaquin Phoenix (A Beautiful Place) sono tutti in corsa per i prossimi Academy Awards. Poi i film d’animazione, mai belli come quest’anno: Gli Incredibili 2 di Brad Bird, L’isola dei Cani di Wes Anderson, sembra l’inizio di un rinascimento. Quindi, in rigoroso ordine alfabetico, ecco i film migliori usciti nella prima metà del 2018.
“Black Panther”
Il primo film su un supereroe nero non è solo il picco della produzione Marvel – scusate, Avengers – ma anche il miglior film uscito quest’anno (e di parecchio), e un serio candidato per la statuetta come miglio film. Il regista-virtuoso Ryan Cogler comanda un cast incredibile, guidato da Chadwick Boseman, il re del finto stato africano Wakanda. Un inchino alle donne di questa nazione avanzatissima, interpretate da Lupita Nyong’o, Danai Gurira, Letitia Wright e Angela Bassett, fondamentali per il film di Coogler, un trionfo rivoluzionario.
“Morto Stalin, se ne fa un altro”
Sarebbe stato difficile prevedere che la commedia dell’anno – e non ci sono discussioni – sarebbe stata una farsa dedicata alla disfatta del dittatore omicida Joseph Stalin. Ma ecco Armando Iannucci, tutto per voi. Il satiro britannico, autore di In the Loop e Veep, supera se stesso in questa storia surreale, inverosimile se non fossimo in un mondo dove Trump e Kim Jong-Un ne combinano una dietro l’altra. Iannucci ha messo in piedi una classe perfetta di attori-clown: tra tutti spicca il Nikita Chrushchev di Steve Buscemi, di cui si dovrebbe parlare sia agli Oscar che al Cremlino.
“Disobedience”
Rachel Weisz e Rachel McAdams ci hanno regalato due performance indimenticabili, due donne innamorate e passionali (la loro scena di sesso è già memorabile). Il film gira intorno al confronto tra questa relazione carnale e la comunità di ebrei ortodossi dove vivono le protagonista, dove l’amore omosessuale è proibito. Il regista cileno Sebastiàn Lelio scava a fondo nella natura della disobbedienza e della passione.
“First Reformed”
Il capolavoro di Paul Schrader racconta la crisi di fede di un prete, interpretato da Ethan Hawke, sconvolto dalla storia dell’eco-terrorista che doveva consigliare. Solo la moglie incinta dell’uomo (Amanda Seyfried) getta una luce di speranza. Ed è con questo misto di brutale realtà e voli surreali che Schrader trova il picco della sua carriera.
“Hereditary – Le radici del male”
Si può ereditare e far ereditare il demonio? Questa è la domanda che si pone la regista esordiente Ari Aster nel suo horror lontano dai cliché. Toni Collette è Annie Graham, un’artista alla ricerca di un modo per controllare ciò che la perseguita. Una performance da Oscar. Insieme ad Annie, il marito (Gabriel Byrne), il figlio fattone (Alex Wolff) e la sorella timida (Milly Shapiro) impareranno nel modo peggiore possibile che i demoni peggiori sono nascosti proprio dentro casa.
“Gli Incredibili 2”
Brad Bird ci ha messo “solo” 14 anni per regalarci il seguito degli Incredibili. Ma valeva la pena attendere. I supereroi sono ancora illegali, ma la famiglia Parr è convinta di poter cambiare le cose. Questa volta, Elastigirl indossa i pantaloni, mentre papà è a casa con i tre figli. Abbastanza attuale? Il villain di turno è convinto che la popolazione debba salvarsi il culo da sola, senza contare sui supereroi. Non ha tutti i torti.
“L’isola dei cani”
Wes Anderson torna al suo squisito stop-motion con una metafora politica dedicata a un gruppo di cani in quarantena. I detrattori dicono che le influenze orientali di Anderson sono una forma di appropriazione culturale. Esagerati. La verità è che questo film, una miscela di tecnica e compassione, è una vera opera d’arte.
“A Quiet Place – Un posto tranquillo”
John Krasinski si merita il titolo di grande regista con questo thriller terrificante pieno di atmosfera. Una mostruosa apocalisse ha cancellato la civiltà, e una famiglia di quattro persone – Krasinski e sua moglie, Emily Blunt, interpretano i genitori – può sopravvivere solo se non emette alcun suono. I rumori tirano fuori il peggio dei mostri, così come questo film (virtualmente muto) tira fuori il meglio dai suoi attori. Un tour de force.
“The Rider”
Chloé Zhao è una regista cinese, e la storia del suo cowboy Lakota – interpretato da Brady Jandreau, un addestratore di cavalli del South Dakota che non può più lavorare dopo un colpo al cranio – è poesia in movimento. Un film che arriva al nucleo della nostra umanità.
“A Beautiful Day”
Se avete ancora bisogno di prove per affermare che Joaquin Phoenix sia uno dei migliori attori della sua generazione, guardate subito questo film brillante su un veterano trasformato in sicario, e sulla salvezza che trova nel salvataggio di una bambina rapita. Phoenix e Lynne Ramsay sono artisti, e questo film è tra i punti più alti delle loro carriere.