Siamo sopravvissuti. Non era affatto scontato, ma siamo stati bravi. Solidi mentalmente, coesi, coraggiosi, abbiamo affrontato questo venerdì senza Mondiali e ora il peggio è passato. Anzi, ora si fa sul serio. Iniziano gli ottavi di finale, in campo sono rimaste solo le più forti (più o meno), e sbagliare ogni pronostico a nostra disposizione sarà ancora più gratificante.
Francia – Argentina
Si parte proprio alla grande, con una sfida capace di rendere un filo meno doloroso il pensiero che da stasera ci ritroveremo a guardare Balalaika sudati sul divano. I futuri campioni del mondo contro quella che rischiava di essere la grande delusa dei gironi di Russia 2018, e che invece sarà la grande delusa degli ottavi di finale di Russia 2018. La Francia ha convinto fino a un certo punto fin qua, e, come può insegnare qualsiasi opinionista, dal bar tabacchi di via Lomellina fino al prime time televisivo, questo è un bene. Pur giocando a carte coperte, Pogba e compagni hanno dimostrato di avere corsa, organizzazione e pochi rivali da un punto di vista fisico e del talento di alcuni interpreti. Per questo il presidente Macron sta già pensando a come rendere iconico il suo ritorno con la Coppa assieme alla squadra, e per ora l’opzione numero uno rimane una partita di pétanque nel corridoio dell’aereo. In casa Argentina, dopo la buriana degli scorsi giorni e la salvezza last minute nello spareggio contro la Nigeria, gli animi si sono rasserenati. Al ct Sampaoli sarà persino concesso di assistere alla partita, da un bar nei pressi dello stadio e girato di spalle. La formazione Messi più dieci sue ancelle, pronte al sacrificio umano in caso di un cenno del capo, pagherà discreti dividendi, donando all’Albiceleste una stabilità sin qui mai vista. Ecco perché suonerà come una beffa il gol di Varane su calcio d’angolo, che, al minuto 48, aprirà le danze. Le chiuderà Griezmann in contropiede al 77esimo. Appena in tempo per la rocambolesca fuga in sidecar di Sampaoli e Caballero, determinati a fare rotta verso la garantista Germania.
Uruguay – Portogallo
Rigori, ecco come finirà. L’illuminazione che serviva, al dunque, è arrivata, per metterci nelle condizioni di buttare lì un altro risultato pronto a essere smentito sul campo e dileggiato nei commenti al post su Facebook. Questa non è semplice, va detto, perché l’Uruguay è una delle squadre più credibili a livello difensivo, ma, nonostante due degli attaccanti più letali del pianeta, a livello di gioco e creatività offensiva non convince ancora a pieno. Il Portogallo, invece, graziato dall’esterno della rete dal fanatismo (anti-arbitrale) iraniano, appare davvero poca cosa, al di là di Cristiano Ronaldo. Che, però, in questi tempi di uomini forti, è fin qui bastato, e sperare che l’andazzo prosegua allo stesso modo non è un crimine. Per questo i voti alla madonnina di Funchal non si contano in queste ore, mentre la sacrosanta riabilitazione storica del dannunziano Quaresma è già cominciata. E allora ce ne laviamo le mani. 0 a 0 noioso durante i tempi regolamentari, con un gol mangiato da Joao Mario e un palo di Godin. Nei supplementari crampi per tutti (Vecino li prende doppi, grazie). Ai rigori Quaresma sbaglia quello definitivo: sarà il suo Vittoriale per rimanere in eterno tra i Grandi.