“Un uomo di 39 anni è stato ritrovato deceduto nella sua abitazione. Al suo fianco sono stati rinvenuti una siringa, un accendino e una busta di plastica contenente diverse centinaia di milligrammi di polvere di colore marrone. Inizialmente è stata sospettata un’overdose da eroina”. Inizia così l’allerta di grado tre – il massimo – diramata dall’Istituto superiore di sanità per segnalare la prima morte in Italia da overdose di ocfentanil, un oppioide sintetico dagli effetti simili a quelli dell’eroina, ma molto più potente. È un derivato del fentanil, un analgesico narcotico utilizzato come anestetico e antidolorifico, ora venduto illegalmente come “eroina sintetica”.
«Su una scala da uno a dieci, l’eroina è due. Il fentanil è 11. È come essere colpiti prima da un cuscino, poi da un treno in corsa», ha detto un consumatore alla BBC. L’ocfentanil è tra le 50 e le 80 volte più potente dell’eroina e 2,5 volte più potente del fentanil. Il suo utilizzo non controllato può provocare nausea, vertigini, fatica, emesi, edemi, anemia e cefalea; oppure, in caso di overdose, la morte per arresto cardiaco o soffocamento.
Negli Stati Uniti i derivati del fentanil hanno causato il 60% dei decessi per overdose del 2017, e la confusione tra le diverse sostanze ha creato non pochi problemi negli ospedali. «I sintomi studiati nelle sale d’emergenza degli ospedali generano molta confusione», ha detto il Dottor Lopez-Ojeda nell’inchiesta di Rolling Stone USA sulla China White, un altro derivato del fentanil. «Se non vengono trattati nella maniera corretta, la morte dei pazienti è più che probabile».
Se l’eroina è due, il fentanil è 11. È come essere colpiti prima da un cuscino, poi da un treno in corsa
Il primo caso italiano risale all’aprile 2017, e la presenza della sostanza è stata confermata dallo studio Un caso di morte per ocfentanil: analisi del farmaco, pubblicato ad agosto da un gruppo di ricercatori dell’Università di Milano. Abbiamo raggiunto al telefono la direttrice del laboratorio di tossicologia forense del Dipartimento di Scienze Biomediche e co-autrice dello studio, la prof.ssa Marica Orioli, per capire meglio la natura della sostanza e cosa succederà ora che è arrivata in Italia.
«L’ocfentanil è una molecola inizialmente sviluppata come farmaco, poi abbandonata perché troppo pericolosa», spiega Orioli. «Il farmaco sicuro ha una dose terapeutica molto più bassa di quella letale. Rispetto alla dose tipica di un eroinomane, con l’ocfentanil basta poco per provocare la morte». Eroina e ocfentanil sono entrambi oppioidi, e hanno effetti simili che confondono i consumatori. «Gli utilizzatori sono spesso inconsapevoli, come è probabilmente successo nel caso descritto dal nostro studio».
Anche i più esperti non sembrano notare la differenza. «La maggior parte della gente non se ne accorge. Un mio amico non mi credeva, pensava fosse eroina pura. Ma poche persone l’hanno provata davvero, e possono solo immaginare come sia», ha detto un consumatore intervistato nello studio The hidden web and the fentanyl problem: Detection of ocfentanil as an adulterant in heroin citato in un report della World Health Organization.
Tra il decesso, la conferma della presenza della sostanza in Italia e l’allerta dell’Istituto superiore di sanità è passato più di un anno. Uno scarto temporale notevole ma necessario, dice Orioli. «Finché una cosa non si conosce non si può vedere, anche se c’è. Questa polvere bisognava cercarla bene. Noi ci siamo arrivati dopo aver scoperto un segnale chimico non attribuibile a nessuna delle classi di stupefacenti note. Abbiamo fatto un’indagine al buio, sono analisi che richiedono tempo».
Adesso che l’allerta è stata diramata, spiega Orioli, i dati per affrontare l’ocfentanil sono disponibili a sanitari, forze di polizia, amministrazioni centrali ed enti europei. Non sappiamo, però, quanto si sia diffusa la sostanza nell’ultimo anno, un problema da non sottovalutare vista la facilità con cui è reperibile nel dark web. «Non si può acquistare ocfentanil liberamente, diciamo che ci sono dei siti dove si compra, e neanche tanto dark», dice Orioli. «È lì che si smerciano le nuove sostanze psicoattive, delle bombe tossicologhe tanto pericolose quanto semplici da acquistare. Basta una carta di credito, non serve neanche metterci la faccia. Comodo, no?».