“No ragazzi, niente birre. Se volete c’è quella analcolica”. Vi è mai capitato a un concerto? A noi no. Ma è esattamente quello che ci è stato detto ieri, alla data zero del tour di Salmo: il Comune di Vigevano ha emanato un’ordinanza sindacale che vietava la “vendita e somministrazione di bevande alcoliche di qualunque gradazione, sia all’interno del Palazzetto dello Sport che nelle zone pertinenziali e limitrofe anche in forma itinerante” (che potete leggere per intero qui). Riassumendo, nessuno all’interno o nelle vicinanze del palazzetto, bar, ambulanti, paninari, poteva servire nulla di nessuna gradazione alcolica. Zero, tutto vietato.
Il motivo ufficiale è la tutela delle “esigenze di pubblico interesse e di ordine pubblico”. Il motivo non ufficiale è che dopo la tragedia della Lanterna Azzurra (causata, ricordiamo, da un cretino con uno spray al peperoncino) sta iniziando una caccia alle streghe.
Come prospettato, alle tragedie seguono inutili controlli, regolamentazioni esagerate, che durano quanto? Un mese? Vi ricordate dopo il Bataclan quando avevano introdotto i metal detector?
Ecco, al posto di tutto questo abbiamo una proposta. Facciamo tutti come Salmo. Poco dopo l’inizio del concerto, Salmo si prende un momento di pausa: “Non incolpate gli artisti. Piuttosto, vi chiedo di fare qualcosa che non si fa da tanto tempo. Un minuto di silenzio”. Tira fuori il cellulare, cronometra. E tutto si ferma. Parte un applauso vero, sincero, non commosso ma deciso, convinto.
Per sempre, cento volte meglio una riflessione, una pausa, vera, che una birra analcolica. Ma davvero per sempre.