È stato uno degli attori feticcio di Gabriele Salvatores (era anche nel film da Oscar Mediterraneo) e il padrone di casa di di Zelig. Poi è diventato l’asso pigliatutto delle commedie (sbanca-box office) formato grande schermo. Claudio Bisio non deve dimostrare niente a nessuno, è uno che di talento ne ha da vendere e ci mette la faccia. Diciamocelo: è uno bravo, credibile e – perché no? – pure sexy. Non dimentichiamoci, poi, che con la sua verve comica, quella sua faccia così particolare, tira fuori i tic degli italiani e i disagi del Paese. Attento osservatore del mondo, riesce ad attualizzare e rendere fresca ogni sua esibizione. Da stasera, tutti i venerdì, su Tv8, alle 21:15 torna dietro il bancone del fortunatissimo Italia’s got talent. Al suo fianco, per il quarto anno consecutivo, c’è Frank Matano. In più arrivano due new entry di tutto rispetto: Mara Maionchi e Federica Pellegrini. Dal 5 al 9 febbraio, poi, è stata ufficializzata la sua conduzione (insieme a Virginia Raffaele) del secondo Festival di Sanremo targato Claudio Baglioni. Quando sento Bisio è tranquillo, metterebbe chiunque a proprio agio. È come se lo conoscessi da una vita.
Italia’s got talent ritorna. Qualche novità?
La struttura è quella e, io, è il quarto anno che lo faccio. Ogni anno mi dico che non troverò novità nei talenti, perché ho già visto tutto. Invece ogni stagione mi stupisco, trovo novità anche all’interno dei generi che ho già conosciuto, come balletti e danza. Te ne dico una, tanto per dire.
Vai.
Ballerini ne ho visti tanti che facevano passi a due, ma non avevo mai visto un passo a due tra un ballerino e un foglio di carta.
Ma come?
Ho visto anche questo: un passo a due tra un uomo e un foglio di carta. Quando vedrai la performance capirai perché dico così. Sembra una battuta, una cazzata, invece è vero. Era poesia pura.
Altre cose che ti hanno stupito?
Gli animali, anche se è il genere che amo di meno si veda sul nostro palco. Be’ non avevo mai visto un cagnolino che dovesse fare il record di rottura di palloncini. Lui lo batte e, in più, diventa un comico perché interferisce con la telecamera, improvvisando e facendo ridere una platea. Un cane che fa ridere una platea l’ho invidiato tantissimo. Non è una cosa facile divertire tante persone.
Quindi il bilancio è positivo.
Per ora, ogni anno, mi sono stupito. Poi, ovviamente, c’è la novità del cast, dei giudici.
Mara Maionchi e Federica Pellegrini.
Mara e Federica hanno dato un’adrenalina inenarrabile a me e Frank, che siamo amici, fratelli, da tanto. Federica siede vicino a me, Mara vicino a Frank, ci stuzzicavamo a vicenda.
Cioè?
Era un gioco. I maschi contro le femmine, i giovani contro i vecchi, i nuotatori contro i non nuotatori. Gli ingredienti e le possibili interazioni si sono moltiplicate. È il programma più facile che ho fatto, dal mio punto di vista: la fatica, per me, è zero, ma solo gioia, stupore e, a volte, anche emozione. Poi la fatica è quella degli autori e dei montatori. Gli regaliamo decine e decine di ore di girato e loro prendono il meglio. Un lavoro certosino, faticoso ed è la chicca di questo programma che, per fortuna, non mi riguarda.
Sei un uomo Sky. Rifarai il Saturday Night Live o è un’esperienza conclusa?
Quest’anno no perché ho tantissime altre cose da fare. Lo abbiamo sospeso, nella prossima stagione non è previsto. Anche perché, non dovrei dirlo…
Cosa?
A parte Italia’s got talent – che finché va bene continuerà ad andare avanti – ti do un’anteprima: con Frank e Sky stiamo ragionando su un nuovo programma. Un misto tra cinema e serie, fighissimo. Per adesso abbiamo trasformato in quello l’esperienza comica su Sky.
Ma è un format straniero?
No, una cosa originale nostra. Siamo ancora in fase di soggetto.
Anche perché, effettivamente, SNL ha un po’ zoppicato…
Forse la collocazione non era la più giusta, forse era più da Sky Atlantic e la stiamo ripensando, come collocazione.
Hai fatto molti programmi che hanno, spesso, consacrato un genere. Cosa manca alla tv italiana, secondo te?
Si sta trasformando velocissimamente. Mentre parlo con te sto passando sotto Mediaset. Ci ho fatto 15 anni con Zelig e oggi, una cosa così sarebbe, non dico impensabile, però…
Crisi della tv generalista?
Le generaliste non sono morte, per carità. Ma devono trasformarsi.
Altrimenti?
Vincono i canali tematici, vince il digitale, vince l’on demand. Io vedo tanta televisione, molto più di un tempo, ma quasi mai lineare.
In che senso?
Vedo cose su Rai, Mediaset e Tv8, ma le vedo quasi sempre il giorno dopo. Quando voglio io, negli orari che voglio io. C’è Raiplay, l’on demand di Sky e quello di Mediaset. E sempre più gente la vede così. Quindi i riferimenti di tempo e degli ascolti sera per sera, secondo me, sono un po’ in soffitta.
Condurrai Sanremo 69. Ma già qualche anno fa c’eri andato vicino…
Ho fatto un’ospitata sei anni fa.
Intendevo come conduttore.
Sì, se ne era parlato, ma mi ero spaventato anche per la fatica di dover pensare una cosa da capo.
In questo caso, invece?
Mi auguro ci sia un po’ meno fatica, non so come, perché sto iniziando adesso (ride, ndr). Parliamone fra un mese.
Che impressioni hai avuto?
Davanti a me, dietro di me, di fianco a me, c’è Claudio Baglioni che è direttore, dittatore, dirottatore – come ama definirsi ultimamente – artistico, quindi è una garanzia da tutti i punti di vista: da quello artistico – appunto – alla scelta dei cantanti. Quel mondo lì è in mano sua e ne sono felicissimo.
Il resto?
Il mondo dello show è un po’ più delegato a me e Virginia (Raffaele, ndr), con lui, Baglioni, che controlla scalette e tutto. Non molla niente, ed è una fortuna. Lo sottolineo, perché a me piace quando c’è un timone, un timoniere, uno skipper, con la barra dritta. E in questo caso ce l’abbiamo.
Cosa ti auguri di fare?
Un po’ quello che ho fatto sei anni fa. Solo che sei anni fa l’ho fatto dieci minuti per l’ultima serata. Questa volta lo farò per tre ore e mezza a sera, per cinque sere.
Come si trova un uomo notoriamente di sinistra come te, nell’era della Rai giallo-verde?
Allora dovevi farmi anche la domanda su come mi sono trovato a fare Zelig nell’era berlusconiana o Saturday Night Live nell’era renziana. I politici e i direttori di rete passano. Sai quanti ne ho visti passare? Quando feci l’ospitata a Sanremo, ad esempio, c’era Del Noce. È passato di tutto, ne ho visti cambiare tantissimi e io sono ancora lì, come Baglioni, Virginia Raffaele, Vanessa Incontrada, Michelle Hunziker, quelli bravi e che hanno talento. Mi permetto di dire dei miei colleghi e forse, un pochino, anche di me. Per il resto I don’t care.
E di cosa ti importa allora?
Di Baglioni che, per me, è un faro. Ho accettato la sua linea editoriale: canzone italiana, molto show, pochi artisti stranieri, poche marchette inutili come a volte ci sono state a Sanremo. Ogni ospite cantante o non cantante – e questa è proprio la direzione artistica – deve avere un rapporto con noi del cast e fare un duetto, uno sketch, qualcosa insomma. Questa cosa mi sembra eccezionale. Da quel punto di vista mi sembra di poter dare qualcosa.
Be’ direi…
Quindici anni di Zelig non li ho fatti per niente. Ho fatto la spalla a chiunque: nascituro, già nato, nascente. Penso di poterlo fare anche lì. Questo a preventivo. A consuntivo ne parleremo tra un mese. Così vediamo se ho detto una cazzata o no.
Guarda, Baudo recentemente mi ha confessato che non gli manca Sanremo perché parecchio stancante.
Quanti ne ha fatti lui?
Tredici più Sanremo Giovani quest’anno.
Quello che dice è sottoscrivibile, ma io sono al primo. Fai uno e mezzo se consideri anche l’ospitata di sei anni fa.
Ma a Sanremo sarai un conduttore rock?
Eheheheh (ride, ndr). Mi piacerebbe, a 61 anni. Si può fare. Amo molto il rock, nasco con quel mondo lì. Ho imparato a suonare la chitarra con Smoke on the water dei Deep Purple. Sarebbe bello suonarla anche sul palco di Sanremo, ad esempio.
Questo Sanremo è il primo segnale di un tuo approdo in Rai?
No, no, io ho ancora un’esclusiva importante con Sky, bella da tutti i punti di vista. Come ti dicevo prima, ho un grosso progetto con Frank, Italia’s got talent, ho fatto Saturday Night Live…
Be’ devo dire che sono stati gentili (e pure lungimiranti) a lasciarti fare Sanremo, nonostante l’esclusiva.
Li ringrazio e lo devo dire davvero, non per piaggeria, perché mi hanno dato una deroga per Sanremo nonostante la ferrea esclusiva che ho con loro. Mi trovo molto bene a Sky, per ora. Ah e devo dire un’altra cosa…
Prego.
Stavo anche girando il film Bentornato Presidente, sequel di Benvenuto Presidente. Quando è venuta la proposta di Sanremo mi hanno dato, anche loro, una deroga. Devo ringraziare tutti, in particolare il produttore, perché sospendere la lavorazione di una pellicola è logisticamente faticoso ed esoso. Finirò il film dopo Sanremo, dovrebbe uscire a marzo o aprile. Sicuramente prima delle Europee. E fotograferà la situazione politica di oggi.
A questo proposito. C’è stata una polemica sui migranti che ha coinvolto Baglioni sugli italiani incattiviti. Tu che, da sempre, sei attento all’attualità, li vedi così peggiorati?
Sai che no? Ed è una cosa cui sto riflettendo come cittadino, pensante, in Italia. Sono convinto che gli italiani siano meglio di quanto non appaiano all’estero. Ho rapporti, per fortuna, con molti ambienti del terzo settore, sono stato recentemente in Africa con Cesvi. Non sono punte di iceberg, è proprio un iceberg. Ho fatto un film sul disagio mentale, qualche anno fa, non so se te lo ricordi, si intitolava Si può fare.
Me lo ricordo.
Da allora non ti dico quante volte sono andato a presentare quel film con gente che lavora con i disabili. Quest’anno sono stato in Zimbabwe con quelli di Cesvi dopo avere fatto per anni il loro testimonial. Mia figlia studia all’estero, vorrebbe lavorare in una Ong. Secondo me gli italiani sono quella cosa lì, si emozionano ancora, anche quando vedono le pallavoliste di colore arrivare in finale. A Italia’s got talent – tanto per dirne una – c’è un ragazzo che viene dalla Nigeria, sono 20 anni che sta qua e fa una breakdance stupenda.
Che cosa fa nello specifico?
Ci ha messo dentro Brava di Mina, ha grande ironia e talento. Infatti lo abbiamo passato. Te lo spoilero. Ci hanno detto di non dire chi è passato, ma lui te lo dico. Questo ragazzo e quelli come lui sono italiani. E gli italiani sanno che quelle persone sono italiane. Siamo meglio di quanto ci dipingono.