Un programma per bambini, un omicidio, un caso da risolvere, sei sospettati. E uno di loro è — tenetevi forte — Tonio Cartonio che, se vi siete persi nel buco nero delle fake news, no, non è morto di overdose. Un’idea folle, ma anche geniale. Mettiamoci pure che Il Caso Ziqqurat è la prima web serie interattiva prodotta in Italia. In pratica, è il nostro primo vero esperimento seriale non lineare, un giallo in otto puntate dai tre ai quattro minuti che possono essere viste in qualunque ordine (tranne la prima e l’ultima, ovvio) un rompicapo che parte dalla morte del marionettista del pupazzo principale della trasmissione, l’elefante-oracolo Ziguro, e ne racconta l’indagine attraverso gli interrogatori e il pensiero dell’investigatore.
«Riflettevo da tempo sulla fruizione delle serie in rete, comprese quelle di Netflix e Prime Video che hanno una struttura molto simile a quella televisiva e di web hanno solo il fatto che vengono viste su Internet e sulla smart tv» spiega Fulvio Risuleo, il creatore di questo prodotto bizzarro e assolutamente unico, «C’è invece la necessità di fare qualcosa che da un’altra parte sarebbe fuori posto, che abbia senso solo sul web e che non faccia sentire la mancanza di una piattaforma più grande o del cinema».
Risuleo, 28 anni, è stato l’allievo di regia più giovane che il Centro Sperimentale di Cinecittà abbia mai avuto. Ha già vinto due premi a Cannes con i corti Lievito madre, storia di un barattolo di acqua, farina e miele che diventa terzo incomodo in una relazione, e Varicella, dove una mamma vuole far prendere la varicella al figlio prima che il bambino cresca. La sua opera prima, Guarda in alto, è una favola urbana tutta ambientata sui tetti di Roma, con protagonista Giacomo Ferrara, lo Spadino di Suburra. Nel 2019 uscirà il suo secondo film, Il colpo del cane. Insomma, Fulvio è uno che pensa decisamente fuori dagli schemi. E meno male.
«Il bello di Ziqqurat sta nel contrasto tra questo universo per bambini, colorato e divertente, e l’ultima cosa che ti aspetti accada in un ambiente del genere: un omicidio» spiega Risuleo. A questo si combina un elemento proprio del web come la viralità delle fake news: «Da quando personaggi come Tonio Cartonio della Melevisione e Sonia Ceriola de La posta di Sonia sono scomparsi dalle scene, il pubblico di Internet ha sempre cercato dei risvolti di cronaca nera». Sonia è Sofia, la conduttrice di Ziqqurat, e Tonio, (Danilo Bertazzi) è Franco, il truccatore del programma: «Mi diverte moltissimo l’idea di questo cortocircuito per cui la finzione per certi versi diventa quasi documentario. Quei personaggi sono vivi e vegeti ma ognuno ha i propri misteri, ha cambiato vita, cercando di fuggire dalla propria immagine. L’idea è quella di un casting filologico con nomi che avessero un senso nella serie, per chi sono e per quello che hanno fatto in tv, senza strumentalizzare nessuno».
A completare il cast ci sono Federica Sabatini (Suburra 2) nei panni dell’attrezzista Olivia e Giovanni Esposito (Loro di Paolo Sorrentino) in quelli del tecnico Ettore, mentre Antonio Bannò (Rocco Schiavone 2, Suburra 2) interpreta l’esploratore John e Sonia Zhou Fenxia (già vista nella campagna Gucci 2018 e proprietaria di uno storico ristorante romano) la regina degli origami Masako. Tutti sospettati e tutti interrogati dall’investigatore impersonato da Fabio Visca (Fabio e Fiamma, Rai Radio 2).
Dopo Bandersnatch su Netflix, in Italia siamo preparati per un prodotto interattivo come questo? «Secondo me siamo assolutamente pronti per fruire di serie del genere, ma anche più complesse e diversificate, bisogna essere un po’ più aperti. Nel nostro caso si gioca anche sulla scelta dell’audio da ascoltare e c’è pure il 360, visto che il finale sarà in realtà virtuale — addirittura stereoscopico per chi ha la possibilità di mettere un cardboard con gli occhialini —, tu sei dentro la casa dell’assassino e ascolti un resoconto dell’investigatore». L’innovazione però in Ziqqurat è unita alla tecnica e alla cura del cinema d’autore: «Era una delle richiesta dei ragazzi di Artchivio che hanno prodotto la serie. Ho cercato di riflettere su cosa volesse dire “cinematografico”: forse semplicemente significa maggiore attenzione su ogni aspetto, visivo, sonoro, narrativo e di recitazione, perché tutto sia più preciso, approfondito, pensato».
Un indizio per risolvere Il caso Ziqqurat? «La chiave è nella puntata introduttiva, La prova, bisogna vederla e rivederla con attenzione, ascoltando anche gli interrogatori e i flussi di coscienza dell’investigatore. Ma soluzione visiva è tutta lì. Piccola piccola, ma c’è».
La serie è disponibile dal 20 marzo su ziqqurat.artchivio.net.