Il primo nome di Flat Eric, il pupazzo giallo che agita la testa nel video di Flat Beat, era Stéphane. A differenza della versione che abbiamo visto tutti nei video e nelle pubblicità della Levi’s, Stéphane sfoggia un bel paio di orecchie (poi tolte in Flat Eric) e delle mani decisamente grandi rispetto alle manine che nel video di Flat Beat fanno cose tipo fumare wurstel o firmare contratti con un rapido scarabocchio di pennarello rosso.
Mr. Oizo lo pensa inizialmente così, come una scimmietta gialla e orecchiuta, per fare da protagonista in M Seq, un video del 1998 diretto da Quentin Dupieux (vero nome di Oizo) su uno dei suoi primi singoli in assoluto, pubblicato per la FCom di Laurent Garnier. Al momento dell’uscita il pezzo non sbaraglia le classifiche, almeno non come lo farà Flat Beat che compie 20 anni esattamente oggi, ma il personaggio di Stéphane diventa una specie di cult fra i giovani clubber inglesi e francesi.
A questo punto, la Levi’s entra in gioco commissionando a Dupieux dei video promozionali con protagonista il suo pupazzo, destinati a promuovere la linea Sta-Prest. In fondo, il parigino nasce come prima di tutto come regista (e lo è tuttora), mentre il progetto Mr. Oizo inizialmente vuole banalmente a dare una colonna sonora alle sue stesse produzioni video. Stéphane viene quindi sottoposto a un processo di restyling. È la stessa azienda creatrice dei Muppets, la Jim Henson’s Creature Shop, a togliere a Stéphane le orecchie e rimpicciolirgli le manine. Viene anche ribattezzato con un nome più internazionale: Flat Eric. Inizialmente infatti una delle scene, ambientate in America, prevede che il pupazzo venga preso sotto e appiattito fino a diventare bidimensionale (piatto, flat). L’idea poi viene scartata, ma il nuovo nome rimane.
Parallelamente ai video promozionali Dupieux lavora anche a un nuovo singolo. O meglio, un pomeriggio si mette a smanettare col suo synth Korg MS-20 e in un paio d’ore salta fuori un pezzo vagamente UK garage, con un basso arrogante e turbinoso, e un incedere saltellante di batteria campionata da un pezzo anni Settanta dei Fatback Band, Put Your Love in my Tender Care.
Sull’onda della popolarità degli spot, nello stesso anno arriva inevitabilmente anche il video di Flat Beat. A muovere la marionetta nella clip è Dupieux in persona, che ambienta l’intera clip nello sfarzoso ufficio di un pezzo grosso della discografia, vista la foga con cui Eric fa sentire il pezzo al telefono.
Seguirà una popolarità davvero mostruosa per Oizo e il suo pupazzetto, con il singolo al primo posto delle classifiche un po’ ovunque e quasi 4 milioni di copie vendute. Ma anche un periodo non proprio facile, proprio per colpa dello stesso successo improvviso. «Appena dopo Flat Beat è venuto il periodo più confuso per me» ha raccontato Oizo a XLR8R nel 2009 in occasione dei dieci anni di anniversario. «Era il mio primo passo nella musica elettronica e diventò presto troppo grande. Per cui ero sotto una grande pressione dopo di quello, che è il motivo per cui ho fatto Analog Worms Attack [il primo album, ottobre 1999]. Ero incazzato, in qualche modo. Volevo provare a tutti che non ero soltanto il tipo che ha fatto la pubblicità con una stupida colonna sonora.»
Proprio oggi esce un nuovo EP di Mr. Oizo, non a caso chiamato Rhythme Plat, ritmo piatto, traduzione letterale di Flat Beat. Techno svitata e sghemba, al solito tagliuzzata di campioni e ed eccentriche voci robotiche come vuole la firma di Dupieux. Proverbiale ciliegina, un pezzo delirante con Phra Crookers che rappa in italiano “Mi guardo allo specchio e sembro Peter Pan da vecchio”. E tanti auguri a Flat Beat.