«Oh, finalmente mi posso fare la doccia!» scherza James Hetfield sulla grande co-protagonista del concerto dei Metallica all’Ippodromo del Galoppo Snai di San Siro: la pioggia. È da giorni che a Milano fa un tempo di merda, praticamente novembre ma con le foglie sugli alberi, e altrettanto da giorni si preparano tutti al peggio: k-way, stivali di gomma modello acqua alta a Venezia, orrendi poncho di plastica gialla messi in tasca per paura che all’ingresso ti requisiscano l’ombrello.
Ma al peggio non si è mai preparati. Tant’è che, quando a tre quarti della scaletta (una ventina di brani in tutto, principalmente da Hardwired… To Self-Destruct) partono sui megaschermi le animazioni dei soldati nella Prima Guerra Mondiale, sembra quasi di partecipare a una rievocazione storica. Poi spari, scoppi di bombe resi più realistici dalle fiammate che escono da un po’ ovunque sul palco e l’intro di chitarra di One può finalmente far esplodere in un boato le trincee di fan umidicci.
Ummm- I slipped on my wet wah pedal.
It rained so much I felt like I was playing guitar in the shower. #MetInMilan @Metallica pic.twitter.com/BbOamgkKhF— Kirk Hammett (@KirkHammett) 8 maggio 2019
Concerti dei Metallica ne abbiamo visti tutti tanti, e chiunque fosse lì ieri sera converrà con me sul fatto che non è stato il più epico di sempre (non facile pogare immersi in 10 cm di fango), ma è stata forse la pioggia ad aver reso indimenticabili le due ore. Per i Metallica in primis, visto che Kirk Hammett poco dopo il concerto era già su Twitter a ridere coi fan del momento in cui scivola sul suo pedale wah wah nel bel mezzo di un assolo, perde l’equilibrio e finisce a pancia all’aria come una tartaruga sul carapace. “Pioveva così tanto che sembrava di suonare sotto la doccia” ha commentato nel post.
Immancabile anche il solito momento “Karaoke italiano con Trujillo”, introdotto da Papa Het (immancabile anche la toppa sulla giacca di pelle del cantante) con un: «E adesso mio fratello Roberto canterà un po’ di rock italiano». Sul momento pensi “Oddio, cosa farà ora, Vasco o Modugno?”, poi in realtà fa El Diablodei Litfiba. Onesto, per quanto surreale. Non ci farò mai l’abitudine.
Unica nota negativa, clima a parte, l’audio ha lasciato perplessi in molti. Se dal pit sotto il palco il suono non è esageratamente alto, oltre che non proprio mixato a regola d’arte, non oso immaginare da più dietro. Ordinanze comunali restrittive? Paura di danneggiare un impianto già messo a dura prova dall’acqua? Tutte ipotesi plausibili. Ma siamo metallari, diamine, dateci il nostro acufene.
Prima di Seek & Destroy James urla «Vi state divertendo?» alla folla sotto ai suoi piedi, che risponde con cori e applausi. «Beh, smettetela allora!» e giù tutti a ridere. Una situazione tragicomica, di quelle che puoi vivere solo se fai parte della Metallica Family che il cantante sbandiera sempre volentieri. La sacra trinità Lords of Summer, Nothing Else Matters e Enter Sandman chiude la messa più rumorosa che sia mai stata fatta. Poi un bel segno della croce (rovesciata) dei fedeli, scambio del segno di pace (birre e sigarette dai porcari all’uscita) e finalmente tutti a casa a fare la doccia. Calda, stavolta.