Esiste una città in Italia, fuori dai grandi centri turistici, che si può definire una vera e propria culla della street art e, proprio per questo, meriterebbe di essere visitata ancor più di quanto accade. Stiamo parlando di Padova, terzo Comune del Veneto con poco più di 200mila abitanti, nota ai più per gli affreschi trecenteschi di Giotto della Cappella degli Scrovegni e per la grande Basilica di Sant’Antonio del XIII secolo. Molto meno, a livello nazionale, si è parlato in questi anni della sua vitalità contemporanea, in particolare grazie a un’artista considerato il “Banksy italiano”.
Si nasconde dietro l’alias di Kenny Random e il mistero intorno alla sua figura fa il paio con la tecnica della “caccia al tesoro” con cui attraverso i social sfida il pubblico a ritrovare le opere in giro per la città e i cofanetti con le stampe (che poi possono tenersi), due aspetti molto simili al modus operandi del writer di Bristol. In realtà da qualche tempo nome e cognome sono noti. Si chiama Andrea Coppo, classe ’71 – lo riporta anche Wikipedia – e, oltre ad essere padovano, avrebbe studiato all’istituto professionale statale Usuelli Ruzza, vivendo per un lungo periodo all’estero. Ma l’occultamento delle generalità è stato un buon escamotage per uscire dall’anonimato (può sembrare un paradosso, ma i casi sono numerosi, da Liberato in musica a Elena Ferrante in letteratura), anche se ora è possibile valutarne la qualità a prescindere dall’identità. Tenendo conto che le caratteristiche figure antropomorfe disegnate con sagome a stencil possono talmente considerarsi parte della città che si è scelto di preservarle durante i lavori di ristrutturazione degli edifici coinvolti; e se è vero che un bel gioco dura poco, evidentemente tanto un gioco non lo è più, visto che dagli inizi del 2000 ogni volta centinaia di padovani e non solo si mobilitano per scovarle, Kenny Random è ormai un classico. Non a caso, le testate giornalistiche locali dopo le sue apparizioni non parlano più di “palazzi imbrattati” ma di “dono alla città” e gli estimatori crescono costantemente, come testimoniano i numeri Facebook e Instagram.
Agli inizi di giugno è spuntata una nuova opera: un muro trasformato nell’ennesima tela da riempire di immaginazione. Nel pieno Ghetto di Padova, in via dei Fabbri, a due passi da piazza delle Erbe e questa volta è sembrato più ironico del solito, titolandola I’m Banksy. Ma la creazione, come hanno capito da subito gli appassionati, non appartiene all’artista padovano. In basso a sinistra, infatti, si poteva notare il topolino che, rispondendo alla provocazione del “sognatore nero col cappello” – suo personaggio simbolo – gli dice: «You lie» («tu menti»). Qualcuno inizialmente l’aveva interpretata come una reazione all’opera effettivamente realizzata da Banksy a Venezia qualche settimana prima, a poca distanza da campo Santa Margherita, oggetto di una lunga polemica: il graffito raffigurava un bambino con addosso un giubbotto di salvataggio e in mano un fumogeno. Invece era un falso. Tanto che il diretto interessato l’ha disconosciuta pubblicamente.
I temi sociali, comunque, non mancano neppure in Kenny Random, come nell’ultima opera pubblicata sui social, che si divide in due parti. La prima titolata “SOS”, dove una decina di migranti affrontano le onde del mare in tempesta a bordo proprio di una imbarcazione a forma della tipica sequenza di tre lettere utilizzate come segnale universale di richiesta di soccorso. L’immagine è poi stata riproposta incorniciata con all’esterno la figura di un bambino che lancia una scaletta per salvarli.
Abbiamo provato a intervistarlo, ma la sua risposta è stata lapidaria: “Scusa. Non disponibile. Un abbraccio. K”. È legittimo, preferisce parlare con le bombolette. E così, per i più curiosi, possiamo riportare le poche informazioni che si trovano sui forum dei fan. Andrea Coppo, 48 anni, tra il ‘95 e il ‘98 ha fatto il giocoliere a Londra e negli anni successivi ha vissuto a Miami. Nel 2002 ha girato un corto sul G8 di Genova e ha lavorato anche per MTV. Ha poi disegnato una linea di moda personale per t-shirt, borse, foulard e tazzine da caffè. Ha scritto un libro intitolato Lies. Circa sette anni fa, mentre era in vacanza a Rovigno, in Croazia, pare che persino il magnate russo Roman Abramovich, patron del Chelsea, sia rimasto folgorato e gli abbia comprato un quadro per 30mila euro. Attualmente continua a girare il mondo, ma non si è per niente montato la testa. Ancora oggi, infatti, quando è ispirato da una nuova idea, prende gli strumenti di lavoro e dipinge qualcosa sui muri della città. Nelle sue opere i critici notano un “melanconico umorismo”.
Per conoscere il suo pensiero, invece, è possibile leggere una intervista rilasciata – in modo molto originale – a una scuola. Si tratta dell’Istituto Comprensivo Statale G. Calò di Ginosa (Taranto).
Verso i bambini, evidentemente, ha sentito l’esigenza di concedersi un po’ di più. Cosa provi quando disegni? gli hanno chiesto: “Una sensazione di rilassamento. Sin da piccolo disegnavo su carta e quando lo faccio provo piacere e ho una sensazione di grande libertà” ha detto, concludendo con il messaggio che vuole trasmettere: “Qualche volta è chiaro e di solito positivo, altre volte ho proprio voglia che le mie opere pongano delle domande in chi le guarda. Ma il più delle volte i disegni vengono dal cuore, senza pensare a un messaggio vero e proprio, realizzo ciò che sento e basta”.
Questo è Kenny Random. Non cercate il suo indirizzo, è inutile. Per acquistare tavole e cofanetti lo trovate sui social. Andate invece a farvi emozionare gratuitamente per le vie di Padova – grazie alla mappa realizzata dal blog Il pensiero viaggiatore – e alla vista delle sue opere lasciatevi trasportare dai battiti del cuore.