Sean Murray è il boss di Hello Games, il team di sviluppo che ha dato i natali al controverso No Man’s Sky. Spacciato dallo stesso Murray come il simulatore d’universo definitivo, con un elenco di mirabolanti caratteristiche lungo così, si rivelò, invece, un prodotto incompleto che solo nei due anni successivi al lancio poteva dirsi vicino alle premesse iniziali. A quel punto, da una parte Hello Games è stata riabilitata e smacchiata delle sue colpe, dall’altra Sean Murray ha imparato a starsene un po’ più zitto e gestire l’hype con meno spregiudicatezza e boria. Questo, per lo meno, fino a qualche giorno fa.
Sean Murray, nelle ultime settimane, infatti, pare essere tornato quello dei vecchi tempi, lanciandosi in commenti e disamine molto tendenziose e che sembrano dimostrare che il ragazzotto ha fatto poco tesoro della lezione subita. Una delle più recenti e discutibili sparate, fatta da Murray nel corso di uno speech tenuto a Brighton, è che lui e il suo team avrebbero scoperto che il 70-80% delle critiche ricevute dal gioco proverrebbero da persone che non lo hanno mai provato. Così. Una forbice variabile a proprio gusto tra 70 e 80%, nessuna fonte o parvenza di fonte, e soprattutto il coraggio di parlare a fronte di un argomento palesemente non dimostrabile. A rincarare la dose, tuttavia, altre perle di questo tipo. Come quella in cui Murray sostiene che No Man’s Sky, per il suo team, fosse già completo al momento del lancio. O quella in cui il buon Sean si prodiga nel dare un consiglio agli sviluppatori di Antem e Fallout ’76: continuare a supportare e migliorare i loro giochi, senza perdere tempo a fare promesse che non potrebbero essere mantenute. Quel che si dice predicare bene e razzolare male.