Il Partito di Bibbiano non esiste, il Movimento 5 Stelle purtroppo sì | Rolling Stone Italia
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Il Partito di Bibbiano non esiste, il Movimento 5 Stelle purtroppo sì

No, il PD non è un partito di pedofili. La vicenda dei minori nel reggiano, invece, ci dice che abbiamo al governo dei seminatori d'odio e mistificatori della realtà, pronti a tutto per qualche voto

Il Partito di Bibbiano non esiste, il Movimento 5 Stelle purtroppo sì

Luigi Di Maio

Foto: Getty Images

“Ricordo a tutti che con il Pd la Lega ha votato il salvataggio di Radio Radicale, Radio Soros, voteranno assieme sulla Tav (…) Io con il Partito di Bibbiano non voglio avere nulla a che fare, con il partito che in Emilia Romagna toglieva i bambini alle famiglie con l’elettroshock per venderseli non voglio avere niente niente a che fare”.

Ascolti le parole del vicepresidente del Consiglio Luigi Di Maio due o tre volte, provi a contestualizzarle all’interno di un clima politico avvelenato e nell’ambito della nuova comunicazione politica imperante. Ma no, quelle parole non fanno un micron meno schifo. Il leader dello schieramento maggioritario all’interno del nostro parlamento che, per litigare con il suo alleato di governo, dà praticamente dei pedofili, dei mercanti di uomini e dei torturati di bambini – peraltro quella dell’elettroshock sarebbe una balla, ma che vuoi che sia – alla principale forza di opposizione.

Che dire, gravissimo. In realtà lo è molto di più, perché, come segnalato su Twitter da Jacopo Iacoboni, giornalista che segue da vicino – e con atteggiamento molto critico – i 5 Stelle da anni, l’attacco sferrato da Di Maio nei confronti dei Democratici non sarebbe affatto estemporaneo, né casuale. Al contrario, dietro ci sarebbe una strategia concordata dai vertici del movimento per uscire dall’impasse in cui la quasi crisi di governo li ha costretti, e colpire il nemico con la più infamante delle accuse.

Conferma questa tesi l’insistenza di questi giorni di Carlo Sibilia, sottosegretario all’Interno che in questi casi viene sempre mandato in prima linea. Nelle scorse ore il politico ha disegnato un orrendo collage di persone che sarebbero “moralmente” coinvolte nel caso Bibbiano. Oltre ai politici Dem, quindi sarebbe colpa dell’informazione – si torna sempre lì con gli amici pentastellati – e di figure come Fabio Fazio, Lilli Gruber, Corrado Formigli, Lucia Annunziata o Gad Lerner, che di certi temi non vorrebbero parlare, perché troppo dolorosi per “gli amichetti loro” o perché troppo presi a occuparsi degli stranieri e non degli italiani.

Ma ad azionare la macchina non ci sono solo loro, come sempre accade in questi casi. Perché quando un tema diventa scottante e offre l’occasione di una bieca strumentalizzazione, il sovranismo mostra nella sua interezza il profilo feroce. Con tempistiche pericolosamente sospette, come già avvenuto in occasione dell’uno-due televisivo Di Battista-Meloni sul Franco CFA e il neocolonialismo francese, si sono impossessati della materia anche la solita leader di Fratelli d’Italia e Salvini, che con i suoi mille sottintesi e il suo linguaggio popolano ha espresso tutta la sua indignazione per i poveri bimbi e per le loro famiglie. Addirittura, aiutato dal Giornale, con un doppio carpiato logico da record del mondo della strumentalizzazione è riuscito a collegarlo a Carola Rackete.

E poi c’è l’avanguardia di questo movimento, molto meno visibile ma terribilmente pericolosa, composta da una galassia vastissima di siti porcheria e account social che, senza una reputazione, per quanto scadente, da proteggere, fanno deflagrare nel dibattito ogni giorno fake terrificanti sul tema, creando collegamenti cui nessuno con un po’ di senno potrebbe abboccare. E che invece diventano di dominio pubblico nel giro di qualche clic, senza che poi il cervello lasci spazio a rettifiche. 

Non ricostruiamo qui cosa è successo a Bibbiano, che è una nuova storia terribile di gestione illecita dei minori in affido. Scoppiata assieme agli sviluppi dell’inchiesta “Angeli e demoni” della procura di Reggio Emilia, ricorda il caso dei Demoni della Bassa raccontato nel podcast Veleno di Pablo Trincia. A oggi ha portato a 18 misure cautelari. Per saperne di più ci si può affidare al Post, autore come sempre di buone sintesi. In alternativa va benissimo Valigia Blu.

Il Pd viene trascinato in mezzo perché tra i fermati – ai domiciliari – c’è anche l’ex sindaco democratico del paesino, Andrea Carletti. Che per molti di coloro che leggono i giornali oggi è con ogni probabilità ritenuto il “capo della banda” dei trafficanti di bambini. In realtà, assieme ad altri amministratori, è accusato di abuso d’ufficio e falso ideologico. Secondo il Gip avrebbe, in sintesi, favorito l’inserimento all’interno della struttura in cui sono avvenuti gli illeciti delle persone oggi considerate i dominus del malaffare sulle spalle delle famiglie. 

Carletti oggi non è più sindaco di Bibbiano e si è autosospeso dal Pd. Quando è capitato a esponenti dei 5 Stelle di finire nei guai e il movimento li ha scaricati in un amen, questa mossa era la riprova dell’alterità della creatura di Casaleggio. Nel caso dei rivali, invece, il solo coinvolgimento – con accuse di complicità, ma sicuramente meno gravi rispetto ad altre persone coinvolte – di un esponente locale, che mai ha avuto a che fare con i vertici del partito, è sufficiente a dire che lì in mezzo c’è la peste. Per altro ci sarebbe quella cosa della presunzione d’innocenza, che in un Paese un po’ meno barbaro sarebbe la regola.

Nelle scorse ore è emerso che lo scorso 23 maggio, un mese prima che scoppiasse lo scandalo, il M5s del Piemonte aveva deciso di selezionare la onlus Hansel e Gretel, epicentro dell’inchiesta, come destinataria di una donazione di 195 mila euro, ricavati dalle restituzioni che ogni anno i consiglieri sottraggono dal loro stipendio. Il cardine della retorica grillina, soldi finiti in mani non granché buone. Quindi dei politici di medio-livello del partito non sapevano chi fossero questi personaggi e avrebbero foraggiato lautamente la loro attività, oggi considerata criminale. Ottimo. 

Ma non è neanche quello il punto, anche se una simile circostanza (e la foto dei consigliere sorridenti, in posa con il maxi assegno da conferire ai presunti aguzzini), se finita con protagonisti contrari tra le maglie della propaganda grillina sarebbe diventata in breve tempo un mostro fuori controllo. Il problema è che la vicenda di Bibbiano – su cui sarebbe bene che ancora per un po’ parlasse solo la magistratura, nella speranza che certi errori del passato non ricapitino più – ci dice solo una cosa sulla politica italiana. Che non c’è limite allo schifo del politicamente scorretto. Che sono tempi grami e non sarà per nulla semplice riemergere da questa barbarie in cui siamo precipitati.