Abbiamo provato il nuovo PES 2020 | Rolling Stone Italia
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Abbiamo provato il nuovo PES 2020

Abbiamo sfidato il caldo di fine luglio per scendere in campo con eFootball PES 2020. Sudando in stile sauna, ma anche divertendoci moltissimo

Abbiamo provato il nuovo PES 2020

eFootball PES 2020 inaugurerà la stagione calcistica il 10 settembre per PC, PS4 e Xbox One.

Le amichevoli estive non assegnano punti in classifica. Le vittorie non entrano negli albi d’oro. I gol non contano per le statistiche individuale. Ma, malgrado tutto, sono partite importanti. Perché permettono di farsi un’idea della forza di una squadra. Del tipo di gioco che vuole mettere in campo. Aiutano a capire in quali ruoli sono necessari ritocchi e modifiche. È per questi motivi che guardiamo le amichevoli estive con notevole interesse. Le demo dei videogiochi, da un certo punto di vista, sono lo stesso. Non consentono una valutazione definitiva di un titolo, ma sono una buona cartina di tornasole per valutarne le potenzialità. E sono uno strumento per le software house per capire cosa funziona, e cosa no. È per questi motivi che proviamo le demo con notevole interesse.

La nuova inquadratura predefinita è leggermente diversa rispetto a quella classica. Il nostro parere? Funziona alla grande!

Il campo è una certezza

L’Allianz Arena di Monaco è illuminata a festa. Come sempre, quando gioca in casa il Bayern, i pannelli che costituiscono la “corazza” dell’imponente impianto bavarese sono colorati di un vivace rosso. Sugli spalti i tifosi attendono impazienti. I giocatori scalpitano nel tunnel degli spogliatoi, in attesa solamente del segnale del direttore di gara. Una rapida carrellata in cui si susseguono le classiche inquadrature pre-partita ci accompagna al calcio d’inizio. È la nostra prima sfida a eFootball PES 2020 e, lo ammettiamo, siamo piuttosto curiosi. Quando il piede di Lewandowski entra in contatto con il pallone e lo passa a Muller, ci attendiamo un mondo fatto di azioni manovrate, di ritmo compassato, di giocate spettacolari che non sono piazzate lì solo per far dire “che figata la rovesciata”, ma che abbiamo una coerenza con tutto quanto succede in campo. Ci attendiamo un pallone che si comporta come un vero pallone e non come un Supertele che assume traiettorie difficili da prevedere. Ci attendiamo compagni di squadra che si muovono con intelligenza, che seguono la manovra, che reagiscono agli imprevisti e che, senza assurgere mai al ruolo di protagonisti assoluti, contribuiscono comunque a dare la sensazione di trovarsi a giocare davvero undici contro undici. Ci attendiamo un impatto visivo che ci faccia dire “wow!”, che ci trasporti allo stadio, che ci faccia vivere l’atmosfera che si respira nei match di cartello, che ci permetta di riconoscere i nostri idoli e, perché no, anche gli avversari più (sportivamente) odiati.

I calciatori convincono sia come “modelli statici” che in movimento. Alcuni sono praticamente identici alle controparti reali.

Ci attendiamo tutto questo e nel complesso, macinando partita dopo partita, lo troviamo. Perché se può destare un pizzico di sorpresa e di curiosità la presenza della parola “eFootball” nel titolo, sul campo PES 2020 è quello che gli appassionati della serie Konami si aspettano. La demo mette in mostra un pacchetto che la parte raffinata della nostra mente definirebbe “solido”, o “cazzuto” se ascoltassimo la parte priva di filtri. Ci divertiamo, apprezziamo la nuova visuale, in qualche occasione imprechiamo contro ali e terzini che non si inseriscono a dovere (l’intelligenza artificiale è passibile di qualche miglioramento), riusciamo a esibirci in un paio di pregevoli girate volanti e dominiamo senza troppe difficoltà una decina di incontri. Poi passiamo al comparto online e testiamo la nostra connessione. Tutto scorre fluido, e riusciamo a giocare senza alcun tipo di problema. Presto per cantare vittoria, ma considerando che in passato ci siamo trovati di fronte a netcode da “mani nei capelli”, la base su cui lavorare è ottima. Quanto tutto sembra finito, la demo di eFootball PES 2020 presenta anche un’opzione a sorpresa. È infatti già disponibile l’editor che consente di modificare le squadre (non tutte, solo una porzione già presente). Si tratta di una mossa imprevista e, da un certo punto di vista, geniale. Così facendo infatti, Konami offre agli smanettoni più impazienti la possibilità di cominciare già il lavoro di “riconversione” che permette di aggirare l’assenza di alcune licenze rimettendo a posto nomi e colori delle maglie. È facile quindi immaginare che, il 10 settembre (giorno per cui è previsto il lancio del gioco) saranno già scaricabili file con modifiche di ogni genere.

La fisica del pallone è uno degli elementi su cui si è concentrato il lavoro del team di sviluppo.

Fuori dal campo? Ancora tante incognite

Sul campo, eFootball PES 2020 c’è. Mantiene le caratteristiche peculiari che hanno reso celebre la serie, mostrando una personalità ben definita e confermando una filosofia di base diversa rispetto a FIFA. Due approcci stilistici differenti, uno più ragionato e compassato, l’altro più veloce e votato alla spettacolarità, in grado di soddisfare i gusti di praticamente qualunque calciatore virtuale. La partita tra Konami ed EA Sports non sarà però decisa solamente da quanto accadrà sul rettangolo di gioco. La vittoria dipenderà anche da cosa succederà prima del fischio d’inizio. Da cosa sarà offerto in quanto a modalità e opzioni. Il rischio è che, ancora una volta, tutto l’interesse degli appassionati che ogni anno si trovano a dover scegliere su quale titoli investire i propri risparmi sia fagocitato da FIFA Ultimate Team. A questo riguardo l’impressione è che Konami, consapevole di non poter portare avanti una battaglia a suon di figurine, abbia deciso di virare verso una rotta differente. Una rotta chiamata eSport. Sarà quindi fondamentale comprendere quale sarà di preciso il ruolo della “e” che precede la parola Football nel titolo. Quanto PES riuscirà a diventare un punto di riferimento per una community di giocatori “professionisti”, e quanto potrà contare su una struttura costantemente alimentata da eventi capaci di catturare sia giocatori che semplici spettatori. Tutte cose che potremo scoprire solo nei prossimi mesi, ma che almeno a livello teorico potrebbero rivelarsi le uniche armi possibili per provare a scalzare l’attuale dominatore indiscusso della categoria in quanto a popolarità e vendite.