E a un certo punto lo ammetti: sei un vigliacco. L’obiettivo universale dell’uomo contemporaneo è conseguire il massimo piacere nei pochi anni che il buon Dio gli ha concesso su questa terra, e tu ti rifiuti di utilizzare i due strumenti più formidabili a tua disposizione solo perché, in parole povere, te la fai sotto. L’eroina e l’orgasmo anale.
Dopo un po’ che discuti con qualcuno dei grandi mali del mondo, come deforestazione, guerre e surriscaldamento, viene sempre fuori la solita frase: “Il vero problema è che siamo troppi”. Allora ci ragioni un po’ su e ti chiedi: e perché mai siamo troppi? È vero che i preservativi costano e che alla Chiesa non vanno a genio, però c’è pure un altro dato incontrovertibile: il salto della quaglia è una gran rottura di maroni. Godi di meno, c’è poco da dire. Magari ti distrai sul più bello, manchi la presa, e allora è tutto da rifare. Mediamente per i maschi un orgasmo rotondo prevale sulla geopolitica, e così diventano padri. La nostra contemporaneità sovraffollata è frutto delle complicazioni della meccanica dei fluidi. La fatica di quella giravolta sul materasso sta fottendo il pianeta.
Il fatto è che tutti vogliono godere quanto più possibile. E anche chi si sacrifica, chi si umilia, chi si prodiga per gli altri, lo fa per godere. Perfino il volontariato più puro non è che masochismo glassato. C’è chi usa i frustini, chi i mestoli delle mense popolari. Fai cadere un euro sonante nel piattino del barbone e le tua area tegmentale ventrale ti spara nel cervello una bella dose di dopamina. Ommioddio sì! Ti sfinisci con la tua brava corsetta al parco perché il lobo anteriore dell’ipofisi ti pompi in corpo una discreta botta di endorfine. Aaah uuuh! Non si scappa, è un circolo vizioso, siamo una razza di drogati col pollice opponibile.
E in questa guerra per chi gode di più, in un mondo dove la gente lavora nelle pause tra un filmato di Pornhub e l’altro, tu ti rifiuti di ricorrere alle bombe atomiche del piacere, e continui a combattere la tua misera battaglia armato di coltellini svizzeri. Diceva Renton, in Trainspotting, a proposito dell’eroina: “Ma, quello che la gente dimentica è quanto sia piacevole, sennò noi non lo faremmo. In fondo non siamo mica stupidi! Almeno non fino a questo punto, e che cazzo! Prendete l’orgasmo più forte che avete mai provato. Moltiplicatelo per mille. Neanche allora ci siete vicini”. Ecco che cosa mi sto perdendo. E me lo sto perdendo perché ho paura di soffrire, poi, con crisi d’astinenza ed effetti collaterali, e quindi di bruciare l’intero capitale di piacere che avrei accumulato con l’iniezione. È tutta questione di calcolo, di input e output, di entrate e uscite. Un cazzo di ragioniere.
Gli uomini che hanno provato l’orgasmo anale dicono che… levati. Merito del punto L. Che si trova alla base del pene e può essere stimolato anche per via posteriore ad appena tre centimetri di profondità. Insomma, facendosi sodomizzare – perfino da un altro esemplare maschile parecchio sfortunato. In molti mi dicono che è lì dietro il vero wow, e io non ho ragioni per non credergli. Però, voglio dire, quando vedo un bell’uomo per strada io lo guardo pure, senza imbarazzo, questo è vero, come guarderei un quadro o un fiore o una consolle roccocò, ma da qui a farsi sfondare ce ne passa. Ho paura che, prima di tutto, faccia male. E poi i peli mi fanno schifo. A livello epidermico i maschi mi fanno schifo, ecco. Certo, potrei chiedere a una donna di indossare una cintura fallica, e dopotutto anche le donne hanno le dita, direte voi. Ciò nonostante, forse perché imbottito da decenni di machismo hollywoodiano, sono abituato a considerare l’ano un orifizio natalizio: per cui dare è più bello che ricevere. E quindi mi tocca rassegnarmi alla mediocrità edonistica, mi farò largo nei giorni brandendo il mio coltellino svizzero con il tagliaunghie di fuori, come un qualunque democristiano della chimica.