Salvate i soldati Pacifico, Gabriele e Alex. Mentre le loro Serena, Silvia e Delia cercano di dimostrare la validità del principio di compenetrazione dei corpi abbracciando i loro tentatori fino a fondersi con loro, i nostri eroi continuano la loro trasformazione in cervi con un autolesionismo stoico che neanche Mino Damato quando camminava sui carboni ardenti.
Prima però di raccontare le loro storie, proponiamo alla produzione di Temptation Island Vip un progetto di spending review. Inutile fornire ai tentatori camicie con bottoni e maniche: è ormai dimostrato dal teorema del pinnettu (antica costruzione pastorale sarda riprodotta in un luogo da sogno in cui presunti vip accelerano la crescita di protuberanze sul cranio denominate in natura palchi ramificati) che l’uomo sconosciuto che partecipa a Temptation Island Vip con l’obiettivo di impalmare la donna sedicente famosa, sarà costantemente a torso nudo e solo sotto zero forse indosserà una camicia senza chiuderla e lasciando comunque i bicipiti in bella vista.
Tentatrici e fidanzate nel frattempo risparmieranno sulla stoffa dei loro costumi e dei vestiti da falò, che tanto puntualmente verrano rovinati da bagni di mezzanotte imprevedibili quanto uno scudetto della Juventus. Magari tutti i soldi risparmiati potrebbero poi essere devoluti a un fondo per le scuole serali per il 90% dei partecipanti, in particolare quelli single, che hanno più orecchie che neuroni.
Siamo verso la fine del “viaggio nei sentimenti” e i nodi vengono al pettine. Pago, ormai provato da ciò che vede della sua Serena, ha sviluppato una seconda personalità. Da una parte il fidanzato avvilito, triste, incapace di credere ai suoi occhi e ancora speranzoso di tornare insieme a lei, l’uomo che con la felpa a pelle, ovviamente aperta, rimane completamente solo nel villaggio dei fidanzati – gli altri si son fatti il weekend fuori denominato il “liberi tutti” – con gli autori che gli piazzano addosso Battisti per deprimerci di più e ce lo mostrano mentre piange sotto gli occhiali da sole; dall’altra l’amico nichilista che ormai ne ha viste troppe e che con gli occhi allucinati e il ghigno del reduce del Vietnam, da Travis Bickle sardo, spara battute al vetriolo verso i compagni di reality, togliendo loro ogni illusione sulla virtù delle loro ragazze. Un umorismo allucinato condito da sguardi accarezzati dalla follia.
Siamo stati tutti Pago almeno una volta e vorremmo tutti essere il suo migliore amico per consolarlo. Anche perché la cinica cricca che tiene le redini della trasmissione non lo risparmia neanche quando è solo e abbandonato. Non escludiamo che possa presto condurre una spedizione militare al villaggio delle fidanzate, arruolando anche Gabriele Pippo e Alex Belli (verrebbe da dire che ogni generale ha i subordinati che merita, ma lo stimiamo troppo per farlo). E saremmo tentati di far parte della sua truppa, fosse solo per quegli occhi che ancora si stupiscono quando la sua donna lo colpisce a morte dicendo ad Alessandro (uno che ha le capacità cognitive ed emotive di un organismo unicellulare) che “non tornerò più alla vita di prima”. E prima, dolciotto, cerca il telecomando sotto un cuscino, quasi potesse spegnere quella tv che lo tortura e poi, pieno di rispetto, grattandosi a sangue la testa, riesce solo a dire “che casino che hai fatto Serena, che peccato”. E tu vorresti tradire la tua eterosessualità solo per potergli dire che merita tutto l’amore del mondo. E invece lui è lì, lontano da noi, e ha come confidente Gabriele Pippo. A dimostrazione che al peggio non c’è mai fine.
Quando poi lo psicodramma raggiunge l’apice, ecco un falò di confronto struggente, urlato, rabbioso, sconcertato, in cui lei mette a processo sei anni e lui, sotto sotto, vuole solo sentirsi dire che quello era solo un toy boy con cui ha giocato un po’ troppo. Lei però è troppo impegnata a metter su, maluccio, un’arringa difensiva per uscire fuori dall’etichetta della cattiva, visto che Pago non le ha lasciato appigli (non a caso lei quando è ko gli tira il colpo bassissimo delle “porte prese a pugni a casa e spaccate, perché qua ci si comporta bene e fingi”).
Va detto però che è stato tra i confronti più veri visti in questa trasmissione, nei toni e nei contenuti. Un po’ come quando Silvia Tirado ci stupisce e dopo aver ridicolizzato il fidanzato (il twerkatore matto Gabriele, figlio di Pippo Franco) per giorni, lo vede sorridere e parlare seriamente delle loro difficoltà e per la prima volta ne parla senza disprezzo, con stima. Lo descrive quasi con amore, ammettendo di essere un rullo compressore sulle velleità ludiche di lui e arrivando a dire “sì, forse lo soffocavo”. Un miracolo di consapevolezza di genere. E questi particolari ti provocano più empatia della sfuriata e scenata imbarazzante di Alex, l’Ottusangolo del 2000 che regala perle di saggezza improbabili (fantastico il suo montaggio con la sigla de L’uomo tigre, chapeau a chi ha avuto l’idea) dopo aver visto la sua Delia in pochi giorni diventare lo zerbino del palestratissimo Riccardo, un uomo che ha il carisma di un budino, le tattiche di rimorchio di Boldi nei cinepanettoni e una diretta discendenza con i cefalopodi se è vero che alla pur disponibile Delia la intimidisce con abbracci che sembrano mosse di wrestling. Mentre lei, una che evidentemente soffre di solitudine anche solo quando va in bagno, lo trova saggio e bellissimo, attratto dalla sua corporatura quanto dalla sua testa – e questo ci dice molto della povera ragazza -, lui ha le classiche risposte e pose di chi pensa solo al triangolino che lo esalta. Quell’uomo, personaggio mitologico metà ormone della crescita e metà capelli, ci darà soddisfazioni se gli daremo tempo. Di sicuro le darà a Delia.
Ad Alex, uno di quelli che fa lo splendido mentre sta per progettare una vendetta sanguinosa, suggeriamo di fuggire da lei, tipica fidanzata tossica e concentrarsi su Veronica. Una che ci ha conquistati con tre frasi di senso compiuto, uno spacco vertiginoso e ben due congiuntivi. Ma ha promesso che non li userà più.