Roman Polanski ha risposto alle parole di Valentine Monnier: in una dichiarazione rilasciata ad Agence-France Presse domenica, l’avvocato francese Hervé Témime ha affermato che il regista “contesta fermamente le accuse di stupro… Stiamo prendendo in considerazione di intraprendere un’azione legale contro il giornale (Le Parisien, che ha pubblicato la storia, nda)”. Témime ha detto che Polanski: “Non parteciperà al processo mediatico, e nemmeno io”.
In un articolo di venerdì, Monnier raccontava che Polanski l’avrebbe picchiata e violentata in uno chalet a Gstaad, in Svizzera, nel 1975. La testimonianza non può comportare alcuna accusa penale perché i 20 anni previsti dallo statuto svizzero sono passati.
L’avvocato ha aggiunto che l’accusa “riguarda fatti che risalgono a 45 anni. L’accusa non è mai stata portata a conoscenza di Polanski, né a un’istituzione giudiziaria, fatta eccezione per una lettera inviata al procuratore della California due anni fa, secondo Le Parisien“. Témime ha affermato che “è impossibile dopo così tanto tempo raccogliere tutti elementi necessari per condurre un’indagine nel modo corretto”.
Polanski vive in esilio in Francia da quando è fuggito dagli Stati Uniti nel 1978, prima di poter essere condannato dopo essersi dichiarato colpevole di aver fatto sesso con una ragazza di 13 anni. La nuova accusa di Monnier ha offuscato l’imminente uscita del nuovo film di Polanski, L’ufficiale e la spia, già Gran premio della giuria a Venezia 76, in Francia. Domenica l’attore protagonista, il premio Oscar Jean Dujardin, ha cancellato un’apparizione in un telegiornale in prima serata per promuovere il lungometraggio.